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Ora Mustafa può sorridere a casa nostra

Arriveranno in Italia Munzir e Mustafa, padre e figlio conosciuti in tutto il modo per la fotografia che ritraeva il padre mutilato e il figlio senza arti. Bello come il nostro Paese dia loro una possibilità di un futuro migliore.
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Ora Mustafa può sorridere a casa nostra

Arriveranno in Italia Munzir e Mustafa, padre e figlio conosciuti in tutto il modo per la fotografia che ritraeva il padre mutilato e il figlio senza arti. Bello come il nostro Paese dia loro una possibilità di un futuro migliore.
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Ora Mustafa può sorridere a casa nostra

Arriveranno in Italia Munzir e Mustafa, padre e figlio conosciuti in tutto il modo per la fotografia che ritraeva il padre mutilato e il figlio senza arti. Bello come il nostro Paese dia loro una possibilità di un futuro migliore.
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Arriveranno in Italia Munzir e Mustafa, padre e figlio conosciuti in tutto il modo per la fotografia che ritraeva il padre mutilato e il figlio senza arti. Bello come il nostro Paese dia loro una possibilità di un futuro migliore.
Parliamo spesso del nostro Paese per sottolinearne i difetti, ci sono invece notizie che meritano di essere sottolineate perché raccontano il bello, di quest’Italia. Arriveranno infatti a Siena, dove saranno ospitati per poi essere curati in provincia di Bologna, Munzir e Mustafa, padre e figlio che il mondo aveva conosciuto per un’immagine scattata dal fotografo turco Mehmet Aslan: ritraeva il padre, mutilato, che sollevava in aria il figlio nato senza arti. Uno scatto diventato simbolo non solo dell’orrore del conflitto in Siria ma anche della speranza, racchiusa nei sorrisi di quest’uomo e del suo piccolo. E che era stato premiato proprio in un concorso fotografico nella città della Toscana che ora ha deciso di ospitare questa famiglia, composta anche da altre due bambine e dalla moglie di Munzir. Nel 2016 lei e il marito si trovavano in un mercato a Idlib quando era esplosa una bomba sganciata dalle milizie di Assad: lui era rimasto mutilato e la moglie, incinta, era stata curata poi in Turchia ma il bimbo che portava in grembo, Mustafa, era nato senza braccia e senza gambe. È bellissimo che sia l’Italia a dare loro una concreta possibilità di un futuro migliore, a livello medico innanzitutto. La speranza, non solo per loro ma anche per tutti noi, è che questa famiglia devastata dalla guerra eppure ancora con il sorriso stampato sulle labbra, possa restare. Sarebbe un grande gesto di umanità: quella concreta, non solo dichiarata. E in fondo anche il nostro Paese ne ha bisogno.   di Annalisa Grandi

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