Chi non ricorda la “vecchia” pubblicità “Ci sono cose che non si possono comprare, per tutto il resto c’è Mastercard”? La carta di credito di “ieri” era uno strumento di pagamento non accessibile a tutti. Ancora oggi per poterne avere una serve una certa stabilità finanziaria.
Ma il mercato è cambiato molto con l’esplosione dei siti e-commerce, rendendo la carta di credito uno strumento praticamente obbligatorio per poter fare acquisti. Per rispondere a una questione di sicurezza e intercettare le tasche dei ragazzi più giovani sono nate le carte prepagate. Ora stiamo assistendo a un nuovo fenomeno. Come accade già in altri Paesi, anche in Italia sta prendendo piede una nuova formula di pagamento: il cosiddetto “buy now pay later”(BNPL), letteralmente “compra ora paghi dopo”. La vera novità sta soprattutto nel fatto che, oltre a poter comprare a rate un elettrodomestico, adesso lo si fa anche per un paio di pantaloni low-cost. Come spesso accade, ad averci messo lo zampino è Amazon, pioniere in questo tipo servizio. L’ultimo report di Kaleido intelligence, società di ricerca specializzata nel settore finanziario, ha stimato che nei prossimi anni il BNPL crescerà del 93% raggiungendo 353 miliardi di euro su scala globale. Complici del successo di questa novità sono stati diversi fattori:
A dare la spinta finale è stata l’età degli utenti che fruiscono di questi servizi, in maggioranza appartenenti alle Generazioni Z (quelli nati dopo l’anno 2000) e Millennials, già in confidenza con il mondo tecnologico. Da un lato il servizio offre aspetti positivi, ma non bisogna dimenticare i rischi che si celano dietro queste forme di credito al consumo come:
Perchè comprare un pantalone di 49 euro a rate?
Molti italiani, da sempre conosciuti come popolo di risparmiatori, si sono ridotti a non avere più un soldo in banca: di quello che entra con lo stipendio, non resta più nulla. L’ultimo Rapporto ISTAT 2021 mostra i dati sulla povertà assoluta relativi all’anno 2020: dopo un lieve miglioramento nel 2019, a causa della pandemia, si è raggiunto il livello più elevato dal 2005. Nel 2019 i poveri erano 4,6 milioni, cresciuti poi nel 2020 a 5,6 milioni (29,3% sono i cittadini stranieri mentre il 7,5% cittadini italiani). A soffrire maggiormente, purtroppo, sono i nuclei familiari con figli a carico. Tra i fattori che hanno contribuito all’aumento dell’indice di povertà troviamo sicuramente l’inflazione. Nel mese di settembre 2021 l’indice nazionale dei prezzi al consumo è aumentato del 2,6% rispetto allo scorso anno, +2% sul mese precedente.
Come prevedibile, sono cambiate anche le abitudini di spesa familiare, nel paniere ci sono infatti: mascherine chirurgiche, igienizzanti per mani e integratori multivitaminici. Questo nuovo metodo di pagamento (BNPL) non va demonizzato poiché permette di poter utilizzare i propri soldi per l’acquisto di beni anche di piccoli importi. L’importante è che si faccia di questo strumento un uso parsimonioso ed intelligente.
di Claudia Burgio
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