Accade che nella terra del Sol Levante i giovani siano sempre meno ammaliati dai fumi dell’alcol rispetto alle precedenti generazioni. Un bene, direte voi, ma non per le casse dello Stato e delle aziende del settore. Secondo i dati diffusi dall’Agenzia delle Entrate nipponica, infatti, nel 2020 i cittadini hanno bevuto in media 75 litri di bevande alcoliche a testa.
Da qui, nasce il concorso “Sakè Viva!” che prende il nome proprio dal sakè, la tipica bevanda alcolica giapponese derivata dal riso. L’iniziativa si rivolge ai giovani dai 20 ai 39 anni lasciando loro la piena libertà creativa nell’ideare strategie e proposte per incentivare i propri coetanei a lasciarsi andare ad un bicchiere in più. Non solo di sakè ma anche di vino, di birra, di whisky, di shōchū (un distillato da orzo, patate, dolci o riso) o di quel che preferiscono.
Per quanto poco inclini alla contestazione, il pressing all’ultima goccia non è stato accolto con gioia. Sicuramente la pandemia da Covid ha contribuito ad alimentare le distanze sociali ed a diradare le occasioni d’incontro, quei momenti in cui un bicchiere di vino diventa anche occasione conviviale. È vero più di tutto, però, che l’alcol quando si trasforma in vizio è una bestia da domare, soprattutto nei giovani in cui l’uso fa spesso rima con abuso.
Sia quel che sia, i partecipanti avranno tempo fino al 9 settembre prossimo per partecipare al “Sakè Viva!”. A novembre verrà poi decretato il vincitore: chissà se sarà lucido abbastanza per rendersene conto.
Di Raffaela Mercurio
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