Pronto Radiotaxi? No, fermi ad horas
Pronto Radiotaxi? No, fermi ad horas
Pronto Radiotaxi? No, fermi ad horas
Milano, esterno giorno, albeggia. Aspettiamo il taxi sull’uscio di casa. C’è un Frecciarossa che sta per partire. Il difficile, a quell’ora, è arrivare per tempo in stazione. Qual è il problema? C’è il Radiotaxi! E si può anche prenotare la sera per la mattina: la vettura ti raggiunge con puntualità svizzera. I più organizzati annunciano con sms, dieci minuti prima, la sigla dell’auto in arrivo. Ieri mattina, però, tutto è andato in tilt. Arrivata l’ora prevista per salire a bordo, nessuno si palesa: né l’sms né il taxista. Si sarà perso qualcosa nel cyberspazio. Chiamiamo la centrale. Rispondono, bontà loro: è stato proclamato un (ennesimo) sciopero selvaggio, ad horas per essere garbati. Almeno avrebbero potuto comunicarcelo, sia solo per rispetto a clienti come noi che pagano a vista.
Vediamo già le luci posteriori rosse del nostro treno… Preso a compassione, il poveretto al telefono fa una ricerca affannosa e s’imbatte in un associato disponibile o “crumiro”, come direbbero i suoi colleghi, dimenticando che non sono affatto sfruttati da un padrone delle ferriere ma dei “padroncini”. Tempo di attesa 7-8 minuti. In un nanosecondo compariamo il costo della corsa gravato dall’attesa a quello del mancato appuntamento e diciamo uno stentoreo, nonostante l’ora, «Va bene!». Che poi è proprio l’albeggiare che consente al nostro salvatore di arrivare da noi in un baleno, caricarci e ripartire di corsa come al pit stop. E dire che per i servizi pubblici, quali sono i taxi, esistono le “fasce di garanzia”.
di Giovanna Guzzetti e Franco VergnanoLa Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
Leggi anche