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Quel trauma che non sapevo di avere

La tecnica psicoterapeutica Emdr sarebbe ultimamente al centro di numerosi dibattiti tra chi ne sostiene l’incredibile utilità e chi, come nel caso Bibbiano, ne avrebbe sfruttato il potenziale per indurre traumi inesistenti.
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Quel trauma che non sapevo di avere

La tecnica psicoterapeutica Emdr sarebbe ultimamente al centro di numerosi dibattiti tra chi ne sostiene l’incredibile utilità e chi, come nel caso Bibbiano, ne avrebbe sfruttato il potenziale per indurre traumi inesistenti.
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Quel trauma che non sapevo di avere

La tecnica psicoterapeutica Emdr sarebbe ultimamente al centro di numerosi dibattiti tra chi ne sostiene l’incredibile utilità e chi, come nel caso Bibbiano, ne avrebbe sfruttato il potenziale per indurre traumi inesistenti.
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La tecnica psicoterapeutica Emdr sarebbe ultimamente al centro di numerosi dibattiti tra chi ne sostiene l’incredibile utilità e chi, come nel caso Bibbiano, ne avrebbe sfruttato il potenziale per indurre traumi inesistenti.
Una tecnica in grado di mettere in comunicazione fra loro l’emisfero destro e quello sinistro del cervello, permettendo l’elaborazione del trauma e svincolandolo dai trigger che possono farlo riemergere: ecco spiegata in poche parole l’Emdr (Eye movement Desensitization and Reprocessing), pratica di psicoterapia che sfrutta i movimenti oculari del paziente in modo simile a quello che avviene durante l’ipnosi, divenuta molto popolare negli ultimi tempi. Una popolarità discussa perché, se è vero che molti suoi adepti – alcuni celebri come Chiara Ferragni e Michele Bravi – attribuiscono all’Emdr il superamento dei propri vissuti traumatici e una ritrovata serenità, c’è anche chi la guarda con sospetto. Sono due i casi che l’hanno portata negativamente alla ribalta: il primo è quello di Bibbiano, dove l’Emdr – come si evince dalla recente sentenza di primo grado – sarebbe stata la tecnica utilizzata dallo psicoterapeuta Claudio Foti per suggestionare i bambini a ricordare violenze mai avvenute; il secondo relativo a un servizio de “Le Iene” in cui una ragazza recupera, attraverso questa terapia, la memoria di un abuso che aveva subìto dal vecchio zio trent’anni prima e si fa accompagnare dalle telecamere mentre gli citofona per accusarlo. Così l’Emdr finisce sul banco degli imputati: forse in virtù di quelle similitudini con l’ipnosi che richiamano alla mente l’immagine di uno psicologo apprendista stregone; forse per la sua reputazione controversa tra gli esperti, che si dividono tra i puristi che la considerano un trend popolare destinato a estinguersi e i sostenitori che l’hanno provata una volta e non l’hanno lasciata più. Anche se la sua efficacia nel trattare il disturbo post traumatico da stress è stata dimostrata in numerosi studi clinici, tra cui uno del 2019 pubblicato sulla prestigiosa rivista “Nature”, resta opinabile se sia anche in grado di far riemergere ricordi completamente rimossi dalla memoria. È vero che il meccanismo della rimozione del vissuto traumatico e il suo recupero attraverso la terapia è vecchio quanto la psicanalisi stessa, ma è altrettanto vero che l’Emdr si presta molto di più alla suggestione, soprattutto se a praticarla è un terapeuta non sufficientemente esperto e in grado di riconoscere le cosiddette ‘false memorie’. Quel che è certo è che uno psicoterapeuta capace non solo non cavalca le suggestioni ma è anche in grado di mettere in sicurezza il proprio paziente, proteggendolo dagli eventuali effetti dirompenti della terapia. Senza darlo in pasto alle cronache televisive. di Maruska Albertazzi

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