Stupisce lo stupore. L’amministratore delegato, Michael O’Leary, annuncia che «Ryanair aumenta i prezzi del 10% ma che i clienti prenotano in massa». Il fatto è che la sua compagnia è oggi un modello di business competitivo, compresa la strutturazione del servizio in aeroporto dove ormai è quasi tutto automatizzato. In questa forma assunta dal contemporaneo mercato dei voli O’Leary si muove come un pesce nel mare e per il 2023 promette «fantastiche vacanze estive alle tariffe aeree più basse d’Europa». È quello che ha detto presentando l’offerta per il nuovo anno, con 12 nuove rotte da Milano su un totale di oltre 140, incluse Fiume, Zara (Croazia) e Zante (Grecia). Che le cose siano tornate a funzionare, dopo la clausura forzata del Covid e nonostante la guerra, lo s’intuisce pure dalle previsioni occupazionali che stimano 1.200 nuovi posti di lavoro tra piloti ed equipaggi.
Per festeggiare il quarto di secolo italiano di Ryanair, O’Leary ha presentato al governo Meloni un piano per crescere fino al 50% e ha incontrato il ministro degli Esteri Antonio Tajani e quello dei Trasporti Matteo Salvini. A entrambi ha illustrato il progetto per incrementare il suo mercato, passando «da 57 a 80 milioni di passeggeri nei prossimi cinque anni». Con la schiettezza che gli è consueta, l’ad di Ryanair ha dato infine anche un suggerimento al nostro governo su Ita: «Vendere tutto ai tedeschi, che sono il partner migliore rispetto a Parigi».
Di Max Dal Ponte
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