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Se disconnessi arretriamo di un secolo

La nostra società è basata sul click, l’azione che compiamo con un semplice tocco del polpastrello su uno schermo reale o virtuale. Ma un click può avere conseguenze di ogni tipo.
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Se disconnessi arretriamo di un secolo

La nostra società è basata sul click, l’azione che compiamo con un semplice tocco del polpastrello su uno schermo reale o virtuale. Ma un click può avere conseguenze di ogni tipo.
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Se disconnessi arretriamo di un secolo

La nostra società è basata sul click, l’azione che compiamo con un semplice tocco del polpastrello su uno schermo reale o virtuale. Ma un click può avere conseguenze di ogni tipo.
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La nostra società è basata sul click, l’azione che compiamo con un semplice tocco del polpastrello su uno schermo reale o virtuale. Ma un click può avere conseguenze di ogni tipo.
È un’umanità basata sul click, che è sempre più un semplice tocco del polpastrello su uno schermo reale o virtuale (cioè a mezz’aria, come introdotto nell’immaginario collettivo dal film “Minority Report”). Un click che – moltiplicato per miliardi ogni secondo – ha conseguenze personali, psicologiche, economiche, scientifiche, antropologiche e certamente militari e politiche. Un click e si è comprato un cavetto per lo smartphone o una cucina nuova; un click e si è spedita una fattura che arriva all’istante al destinatario; un click e un drone fa strage a 10mila chilometri di distanza; un click e la fusione fra le due aziende è fatta; un click e il libro è pubblicato; un click e la vacanza è prenotata e i biglietti arrivano sul cellulare; un click per le previsioni del tempo della prossima settimana; un click e una famiglia è disfatta; un click e lo sanno tutti. Quei miliardi di click quotidiani hanno già formato la generazione Z, un pezzo della generazione precedente dei Millennial e stanno plasmando la generazione Alfa al tutto- subito-con-un-click, con una einsteiniana piega dello spazio-tempo, dove ogni tempo intermedio è compresso, dove i giorni sono minuti e le ore sono decimi di secondo. Con tanti saluti alla intermediazione dei fattori ambientali e umani, alla elaborazione delle gioie e dei lutti, al godimento dell’attesa e al premio alla pazienza (e con l’accorciamento della media di ore di sonno di tutta l’umanità). Il click come mutazione genetica nella politica, nella cultura, nel business, nelle emozioni, nelle percezioni del reale e, soprattutto, nel turbo delle aspettative di tutti verso il tutto-e-subito-sempre-e-comunque, a cominciare dalle promesse elettorali e dagli interrogativi esistenziali. E se, improvvisamente, a tutti i 5,1 miliardi di abitanti del pianeta, facendo click non succedesse nulla? Nessun risultato. Tutto morto. Tutto staccato. Se si bloccano a terra gli aerei di tutto il mondo, si ripiega pur di malumore su navi, treni e auto. Se salta la corrente elettrica ci attacchiamo alle batterie attendendo con pazienza il ripristino. Ora siamo a una manciata di anni dal momento in cui se si stacca la Rete – il sistema nervoso del pianeta – tutto si ferma, ma proprio tutto (magari perché un hackeraggio mondiale ha terroristicamente disattivato le server farm del globo o per un fuoco incrociato fra le potenze mondiali in perenne conflitto informatico globale). Nei soli successivi 60 secondi di un mondo senza click si perderanno 6 milioni di acquisti online, 240mila foto su Facebook, più di mezzo milione di tweet, 12 milioni di messaggi, 5,7 milioni di ricerche, 167 milioni di spettatori dei video di TikTok, e via enumerando (il mondo che gira su 1,9 miliardi di siti web). Le borse vedono svanire i 10,7 miliardi della capitalizzazione delle prime 7 aziende (Facebook, Amazon, Apple, Tesla, Microsoft, Alphabet e Netflix ) del digitale e della Rete, equivalente al Pil di Germania, Canada, Francia e Italia messe assieme (con un guadagno medio di 416mila dollari al minuto). Amazon non incassa circa un milione di dollari (ogni 60 secondi). 2,1 miliardi di lavoratori a distanza vengono azzerati, ma anche l’idraulico che ha tutto il suo ufficio nello smartphone. I futuri dieci miliardi di abitanti a quel punto saranno congelati, sospesi, protagonisti inani di un apocalypse movie di serie C, oppure attonitamente novelli Amish. La piega spazio- temporale del click si distenderà in una insperata pausa di riflessione.   di Edoardo Fleischner

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