Trovare toghe al posto dei camici
Ci sono voluti due anni perché dalla circolare del Ministero della Salute sparissero le parole “paracetamolo” e “vigile attesa” per indicare ai medici il percorso per una prima fase di cure del Covid a casa.
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Ci sono voluti due anni perché dalla circolare del Ministero della Salute sparissero le parole “paracetamolo” e “vigile attesa” per indicare ai medici il percorso per una prima fase di cure del Covid a casa.
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Ci sono voluti due anni perché dalla circolare del Ministero della Salute sparissero le parole “paracetamolo” e “vigile attesa” per indicare ai medici il percorso per una prima fase di cure del Covid a casa.
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Ci sono voluti due anni perché dalla circolare del Ministero della Salute sparissero le parole “paracetamolo” e “vigile attesa” per indicare ai medici il percorso per una prima fase di cure del Covid a casa.
Che quel protocollo non venisse più seguito è una certezza, eppure rimaneva nero su bianco. Ci sono voluti quasi due anni perché dalla circolare del Ministero della Salute sparissero le parole “paracetamolo” e “vigile attesa” per indicare ai medici il percorso per una prima fase di cure del Covid a casa.
Soprattutto è stato il Tar – con un atto quindi di giustizia amministrativa e accogliendo il ricorso del Comitato Cura domiciliare Covid-19 – di fatto a stabilire come non curare. Perché la circolare è un atto amministrativo e come tale è stata trattata. Peccato che la materia sia tutta medica. Ed è ulteriormente imbarazzante che quello sulla “vigile attesa” fosse un protocollo teoricamente ancora in vigore.
Nonostante ogni tipo di evidenza abbia già chiaramente dimostrato che col Covid non ci sia nulla da aspettare. Nonostante chi a casa ci è morto, durante la prima ondata della pandemia. Allora tante cose non si sapevano ma oggi sì. E se è certo che praticamente nessun medico seguisse più quelle indicazioni, che il Ministero le prevedesse ancora è assurdo. Che ci volesse un ricorso per far sparire quel protocollo, anche. Che sia il Tar a metterlo nero su bianco, pure.
Perché ovviamente qui si parla e si parlava della salute delle persone, cosa su cui un Tribunale amministrativo non ha certo la preparazione per pronunciarsi. L’ha fatto, altrimenti nelle indicazioni sulle terapie precoci per il Covid ancora ci sarebbe scritto di prendere una Tachipirina e aspettare per vedere come si evolve la situazione.
di Annalisa Grandi
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