AUTORE: Fulvio Giuliani
Dalla premessa non si deroga: fondamentali restano le vaccinazioni, il boost da dare alle terze dosi di cui parliamo oggi diffusamente all’interno, il rispetto delle norme di sicurezza e i comportamenti maturi e responsabili. Fatta la premessa, che ci ha garantito un’invidiabile gestione di questa fase della pandemia, possiamo anche ragionare su quanto stia accadendo al turismo nel nostro Paese.
È sufficiente una passeggiata nelle città d’arte per rendersi conto che la ‘fame’ di Belpaese è ancora più forte di prima. Roma, Venezia, Firenze, Napoli, la stessa Milano, stanno registrando un boom di presenze. Se mancano ancora americani, cinesi e russi, il turismo interno (inteso non solo come italiano, ma dello spazio comune europeo) è ripartito alla grande.
Ripetiamo: è sufficiente uno sguardo a volo d’uccello per rendersi conto dell’aria da ‘tutto esaurito’ che si respira nel Paese. Riempie il cuore, se pensiamo a dove fossimo esattamente un anno fa: ristoranti e alberghi sprangati, la sensazione che il turismo avesse imboccato un tunnel buio dalla lunghezza indefinita. Siamo ripartiti, invece, come pochi si sarebbero aspettati e l’abbiamo fatto perché oltre all’immortale brand Italia abbiamo saputo mostrare una gestione con pochissimi eguali al mondo.
Come in premessa, questo non garantisce nulla, se non continueremo il buon lavoro svolto. Pur in presenza di un’oggettiva risalita dei contagi, il sistema Italia sta tenendo e cominciano a vedersi i primi risultati dell’accelerazione sulle terze dosi dei vaccini, che hanno appena superato la quota di 2 milioni. Possiamo fregiarci del titolo di una delle aree più sicure d’Europa, dove un turista può decidere di passare il proprio tempo e spendere i propri denari in condizioni di relativa sicurezza. Comunque superiori a quelle di altri Paesi.
È corretto provare a mettere a reddito i sacrifici fatti e le limitazioni imposte alle nostre libertà, attraverso le norme di comportamento e l’adozione diffusa del Green Pass. Ragionarci non dovrebbe essere un tabù. Peraltro, per una volta, è proprio dall’estero che stanno piovendo ripetuti riconoscimenti della capacità e serietà mostrate dal Paese e dai nostri concittadini.
La nazione allergica alle regole, individualista, caciarona e disordinata dei numerosi luoghi comuni sugli italiani si sta prendendo una bella rivincita. Nel mondo che emergerà dal Covid sarebbe importantissimo, oltre che bello e confortante, saper affermare un nuovo turismo all’italiana. Finalmente più attento alla soddisfazione del cliente, interessato agli investimenti a medio-lungo termine, non ossessionato dall’arraffare tutto e subito. I nostri difetti non se ne andranno per magia, ma paradossalmente la pandemia ci sta insegnando che non sono una condanna senza appello.
di Fulvio Giuliani
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