Zelensky interprete della resistenza
La forza che il presidente Zelensky sta dimostrando nel trasmettere al suo popolo e a tutto l’Occidente denota cosa voglia dire essere un vero leader. Il presidente di un popolo che sta perdendo tutto, tranne la sua enorme dignità.
Zelensky interprete della resistenza
La forza che il presidente Zelensky sta dimostrando nel trasmettere al suo popolo e a tutto l’Occidente denota cosa voglia dire essere un vero leader. Il presidente di un popolo che sta perdendo tutto, tranne la sua enorme dignità.
Zelensky interprete della resistenza
La forza che il presidente Zelensky sta dimostrando nel trasmettere al suo popolo e a tutto l’Occidente denota cosa voglia dire essere un vero leader. Il presidente di un popolo che sta perdendo tutto, tranne la sua enorme dignità.
La forza che il presidente Zelensky sta dimostrando nel trasmettere al suo popolo e a tutto l’Occidente denota cosa voglia dire essere un vero leader. Il presidente di un popolo che sta perdendo tutto, tranne la sua enorme dignità.
Il look sempre identico, la felpa e la maglia verde militare, la scelta di mischiare le sue parole alle immagini di quello che sta avvenendo nel suo Paese. E l’abilità comunicativa che gli deriva dal suo passato di attore e comico, anche se oggi le circostanze in cui si ritrova a pronunciare i suoi discorsi sono drammatiche. È innegabile la forza che il presidente ucraino Zelensky sta dimostrando nel trasmettere al suo popolo e a tutto l’Occidente la sensazione di essere davanti a un vero leader, uno che prima che nella sua carica si riconosce nell’essere ucraino. Contro le menzogne russe, contro la volontà di Putin di raccontare un’altra – inesistente – verità, c’è lui, divenuto emblema e simbolo di un’intera nazione che sta dimostrando enorme dignità e coraggio. Al di là della disparità delle forze militari in campo.
È importante, per gli ucraini, questo volto rassicurante che ogni giorno ribadisce di non avere nessuna intenzione di scappare. Anche a costo della vita. È un presidente che parla in modo chiaro, secco, ma lontanissimo da quella sensazione di distacco che invece è la cifra distintiva del presidente russo. Non a caso anche in patria chi prima non lo amava ora è con lui. È vero, nei momenti di crisi cercare un leader a cui aggrapparsi è assolutamente normale. Eppure lo stesso non sta accadendo per Putin, che invece sul campo ha ben altro potere militare. E le differenze fra i due si estendono anche alla famiglia: il leader di Mosca è l’uomo solo al comando, Zelensky ha con sé la sua famiglia.
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La moglie Olena ha scelto di condividere con lui il destino: «Non cadrò nel panico o scoppierò a piangere. Resterò accanto a mio marito e a voi» ha detto in uno dei tanti messaggi postati in questi giorni sui social. Anche lei rappresenta il coraggio e la resistenza del suo Paese. Anche lei è un tassello nella volontà di non cedere, nello spirito ancor prima che sul campo. Poteva essere messa al sicuro, ha deciso di restare. Di pubblicare le foto dei bambini e delle bambine morte in questo conflitto, di gridare tutta la sua rabbia e il suo orrore.
C’è un abisso, fra quello che lei e il marito riescono a comunicare e quello che arriva dall’altra parte del fronte. Poi c’è il terreno, ovviamente, e purtroppo questo non è un conflitto fatto di parole ma di carri armati e bombardamenti. Resta però il paradosso: chi è obiettivamente più debole a livello militare dimostra una capacità enormemente maggiore di trasmettere al proprio popolo e al resto del mondo il coraggio e la determinazione. Senza bisogno di oscurare, censurare, mettere a tacere, come invece si fa in terra russa. Zelensky è un leader dei nostri tempi e come tale si comporta. Presidente di un popolo che sta perdendo tutto, tranne la sua enorme dignità.
di Annalisa Grandi
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