Olexander Ipatiev racconta di quando gli è esplosa una granata a pochi metri che, oltre a buttare giù una casa, si è portata via anche il suo braccio. I primi soccorsi gli sono stati dati proprio dai soldati russi che gli hanno detto una cosa a cui oggi ripensa ogni giorno. Lo hanno esortato ad amputarsi da solo quel che restava del suo braccio con un’accetta. Eppure non è questo il ricordo che più lo tormenta dal suo letto di ospedale da dove ci parla.
Intervista di Ilaria Cuzzolin