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Primo numero, ricordi e responsabilità

Quello che vedete è il primo numero de La Ragione in rotativa. Un’immagine evocativa dell’idea stessa di giornalismo, di stampa. Di un patrimonio immenso, che spetta a noi tutti tutelare e sviluppare: la libertà di parola.
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All’alba di questa impresa editoriale, fortemente voluta anche su carta stampata proprio per quanto appena scritto, vedere la macchina sfornare la sequenza di copie mi ha riportato indietro nel tempo e fatto ricordare perché ami questo lavoro. È una passione nata da bambino, riflesso di un fascino che non tramonta, a dispetto delle ere che cambiano, dei mezzi che evolvono, di gusti e abitudini mai uguali al giorno prima. Il mio primo contatto con l’idea di ‘stampa’ e parola scritta risale alla scuola elementare, quando la maestra ci fece sperimentare il giornalino di classe e a me toccò scrivere della rivoluzione iraniana, la caduta dello Scià e l’avvento di Khomeini. Avevo dieci anni. A ripensarci, ha dell’incredibile. Oggi ci sarebbe probabilmente la rivolta dei genitori, contro una maestra pericolosa propagandista di idee politiche, fatti del mondo e tragedie globali. In realtà, fece scoccare una scintilla che ha caratterizzato tutta la mia vita. Chiedo scusa del ricordo personale, ma nel giorno in cui partiamo con La Ragione, l’invito è di sperimentare questo nuovo quotidiano, acquistandolo in edicola o registrandovi su www.laragione.eu e leggendolo gratuitamente online (o entrambe le cose). Perché il giornalismo, la libertà di parola di cui leggerete molto nel primo numero, la carta stampata con tutto il suo fascino senza tempo fra le dita, rinascono ogni giorno solo grazie alle scelte che avremo il coraggio di fare e alla responsabilità civica che sapremo mettere in campo. di Fulvio Giuliani

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