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Caparezza a Milano: un adrenalinico inno al cambiamento

Dopo l’ennesimo rinvio causa Covid, Caparezza ha conquistato Milano e le migliaia di persone presenti, giunte da ogni dove. Uno show a colpi di rap, energia e profonde lezioni di vita. L’artista pugliese parla del percorso di tutti noi e urla un acuto inno al cambiamento.
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Finalmente, Caparezza a Milano. Questo hanno pensato i “discepoli” dell’artista quasi 50enne, giunti in migliaia all’Ippodromo San Siro-SNAI. Il rapper ha regalato uno show a 360 gradi, un viaggio lungo due ore e mezza per portarci via dalla vita quotidiana. O meglio, per farcela vedere con occhi diversi. Prima dell’esibizione del rapper pugliese, si è esibita sul palco Hu, cantautrice polistrumentista classe ‘94 che ha partecipato a Sanremo 2022 in coppia con Highsnob con il pezzo “Abbi cura di te”. Un preludio di musica dolce e al tempo stesso una scossa di adrenalina, prima di uno show indimenticabile. Ore 21:15, Caparezza sale sul palco di Milano e apre le danze con un brano che, la sua carriera, la ripercorre tutta in un colpo solo: Canthology. Un viaggio lungo oltre 20 anni davanti al suo frutto più bello: la gente innamorata del percorso artistico-umano di Caparezza o, se preferite, Michele Salvemini. Si tratta di “discepoli” ma nell’accezione più bella e pura che questa parola possa avere. Caparezza li incanta e li scatena cantando quasi per intero il suo ultimo album che dà il nome al tour “Exuvia”, oltre a pezzi intrisi di significato per lui e i suoi fan, come “Abiura di me”, “Vieni a Ballare in Puglia”, “Fuori dal Tunnel” e “Vengo dalla Luna”, solo per citarne alcuni. In termini biologici, l’esuvia è il resto di un esoscheletro dopo la muta di un artropode, come gli insetti e i crostacei. Quello che resta dopo un cambiamento profondo, portato ad uno stadio sempre nuovo, in un percorso che va accolto, non ripudiato. “Il cambiamento fa parte delle nostre vite, non dobbiamo nascondercelo”, urla l’artista di 48 anni, solo all’anagrafe. E ieri l’ha dimostrato ancora facendo salti nel tempo, oltre che salti fisici, facendo riflettere e allo stesso tempo pogare la folla.

CAPAREZZA A MILANO E IL VIAGGIO DA MIKIMIX AD OGGI

La scenografia allestita per lo show è stata, come ad ogni concerto del “Capa”, mozzafiato. In maniera a tratti opposta, ma analoga nello spirito allo show di Salmo a San Siro di soli 6 giorni prima, dove il concerto si è trasformato in un festival musicale. Iconico nello show del “Capasound”, il momento in cui il rapper sfila la testa dalla morsa di un’audiocassetta gigante. Lì trova la forza per girarla dal lato A, al lato B. Da Mikimix a Caparezza. I discepoli impazziscono perché sanno che quel cambiamento riguarda ciascuno di loro, ciascuno di noi. Mikimix era infatti il primo nome da artista di Michele Salvemini. L’alter ego che partecipò a Sanremo ‘96 con “E la notte se ne va”. Una canzone, a tratti melodica, che mai verrebbe da associare a Caparezza. L’artista pugliese che per redimersi dei suoi peccati si è chiuso nel suo garage con la fedelissima penna, facendosi crescere la sua foltissima ed iconica capigliatura e iniziando un percorso di cambiamento che non è mai finito. Neanche adesso, che Caparezza si appresta a vivere una nuova fase della sua carriera.

CAPAREZZA RIDUCE I LIVE A CAUSA DELL’ACUFENE

Dopo questo tour, il rapper ridurrà, ma non eliminerà, l’attività live, a causa dell’acufene, un distrubo dell’udito che lo assilla da circa 7 anni. Non proprio un dettaglio per un cantante. In pratica, a causa dell’acufene dovrà evitare i lunghi tour almeno fino al prossimo album. Dal palco, “Capa” ha anche avuto la forza di ironizzare con i suoi fan, prima di cantare “Larsen”, pezzo dell’album “Prisoner 709” dove si spoglia e parla a tutti della sua malattia. Come ha sempre fatto in tutti i suoi testi, in ogni sua comunicazione con la gente che lo ama. Sempre pronto a spogliarsi, ad abiurare a sé stesso, per ripartire meglio di prima. Perché il cambiamento non si è arrestato neanche ieri, 11 luglio, quando Capa ha salutato i suoi fan con il sorriso stampato sul volto: “Non preoccupatevi delle mie scelte, di quello che farò. L’importante è che io sia ancora…”. Tante parole potevano proseguire ma i fan, in una sintonia che ha dell’incredibile, hanno cantato immediatamente “vivo”, iniziando a intonare “Eterno Paradosso”, pezzo del suo ultimo album. Un abbraccio viscerale, che va dal palco all’ultimo discepolo che è lì in fondo alle migliaia e migliaia di persone per coronare iniziata nel 2000 con il primo album di Caparezza, e non di Mikimix. La chiusura di un concerto indimenticabile che va oltre la musica, e diventa lezione di vita. Di Giovanni Palmisano
5

VOTO:

Atmosfera elettrizzante Scenografia di altissimo livello Un percorso sulla vita di ciascuno di noi

Eccessivo terreno che si alzava nel parterre

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