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Salmo mette le ali a San Siro: non chiamatelo concerto, chiamatelo festival

Non era mai accaduto, in Italia, che il rap conquistasse addirittura uno stadio intero. Un Salmo magistrale che duetta con tanti rapper come Nitro, Ensi e, Blanco e suggella la pace con Fedez con un lungo abbraccio, dopo aver ricevuto una bottigliata in testa.
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Alla Scala del Calcio, il settore arancio era chiuso per permettere l’allestimento del palco e della strumentazione, tutto il resto dello stadio era pieno, incluso il foltissimo parterre dove i fan hanno potuto vivere da vicino un’esibizione che è andata di gran lunga oltre la musica. Il rapper sardo ha regalato dal prato di San Siro un’esperienza di adrenalina pura, dal primo all’ultimo pezzo. Con il suo timbro di voce, il suo sguardo, la sua energia sfogata a forza di salti, urla e push-up, Salmo ha travolto tutti con una valanga istintiva impossibile da contenere. Maurizio Pisciottu, questo il nome all’anagrafe del rapper classe 1984, ha lasciato al giovane Lazza l’ambito compito di scaldare i fan, come voler inaugurare l’era del rap negli stadi italiano portandoci già i protagonisti del futuro. Dopo circa mezz’ora di pausa, con lo stadio che continuava a riempirsi e a fibrillare ogni minuto di più, l’artista classe 1984 è salito sul palco e ha aperto le danze a modo suo: senza fronzoli, con il mic stretto forte nella mano e lo sguardo dritto davanti ai suoi discepoli, ha cantato in rapida successione “90 min” e “Mic Taser”. Un uno-due micidiale, per dirlo in gergo calcistico, uno shock di adrenalina per una folla che non aspettava altro. Molti questo giorno l0 hanno atteso addirittura due anni, dato che questo concerto è stato posticipato dal 2020, causa Covid. Definire “concerto” la notte di Salmo a San Siro ci appare molto riduttivo; si è trattato di un “festival” del rap e non solo. Infatti, da esperto conoscitore dei vari generi musicali, il rapper ha portato i suoi fan sulle montagne russe, scegliendo quando portarli in alto e quando giù, per una brevissima pausa, prima di ripartire e toccare vette sempre più alte delle precedenti. Salmo è stato bravo nell’aver trasformato il rap da genere musicale a forma di linguaggio, capace di abbracciare anche il rock e il romanticismo, sempre trasmettendo concetti ‘nudi e crudi’, senza possibilità di essere frainteso. Nella notte di San Siro, come in tutta la discografia del rapper, la rabbia è diventata energia, l’energia voglia di vivere e di trasgredire, mentre l’amore, quando deluso, è diventato rabbia. Un cerchio si chiude e ricomincia a ogni canzone. Nel corso della sua produzione artistica (7 album dal 2011 ad oggi), il rapper sardo è passato dall’odio verso gli altri alla rabbia verso se stessi, tanto che Mic Taser finisce con una grande massima: “fanno la guerra fuori, quando la guerra è dentro”. Dalle parole ai fatti, quando  Salmo ha invitato sul palco Fedez, suggellando davanti a tutti un’amicizia improbabile solo un anno fa, quando i due rapper si affrontavano in un pesantissimo dissing social, dopo il concerto di Salmo ad Olbia, senza il rispetto delle misure anti-Covid. Vedere i due, uno a fianco all’altro, ha suscitato sensazioni contrastanti e anche qualche risata. Infatti, i due hanno inscenato una gag con Fedez che spacca in testa al collega una bottiglia da stuntman prima di farsi inneggiare per tre volte “F***k Fedez” dal pubblico di Salmo. Un momento di grande distensione e autoironia, che dimostra grande maturità da parte di entrambi. Oltre a Fedez, sono stati tantissimi gli altri rapper saliti sul palco: Ensi, Nitro, Noyz Narcos, e anche il vincitore di Sanremo, Blanco con “La canzone nostra”. Una serata all’insegna del rap che diventa altro da sé e vuole prendersi un posto di rilievo nell’Italia del futuro. Di Giovanni Palmisano
5

VOTO:

aspetti positivi
Adrenalina allo stato puro Un festival della musica più che un concerto rap Divertimento assicurato

Aspetti negativi
Non adatto ai deboli di cuore

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