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Game culture: letture videoludiche

Nell’ultimo decennio sono iniziate a fiorire le pubblicazioni di libri volti ad approfondire differenti aspetti della cosiddetta game culture
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Grazie allo sdoganamento sul mercato di massa cominciato nella seconda metà degli anni Novanta con l’introduzione della prima console Sony PlayStation, i videogiochi hanno fatto il loro ingresso ufficiale nella cultura pop, di cui attualmente rappresentano uno dei fenomeni più significativi. Non deve quindi stupire se nell’ultimo decennio sono iniziate a fiorire le pubblicazioni di libri volti ad approfondire differenti aspetti della cosiddetta game culture.

Tra le case editrici che si distinguono nel settore, una delle più autorevoli è la britannica Bitmap Books, fondata dal graphic designer Sam Dyer e specializzata nella produzione di veri e propri tomi dedicati al retro-gaming. I suoi libri (disponibili in lingua inglese) si distinguono non solo per l’elevata qualità dei contenuti testuali ma anche e soprattutto per le eccellenti riproduzioni stampate delle schermate dei videogame, delle concept art e di altri spesso introvabili materiali grafici a essi associati. Se a tutto ciò si aggiunge rigorosamente l’utilizzo della copertina rigida, della più pregiata e duratura rilegatura a filo anziché a colla e che per ogni libro viene fornita in omaggio pure la copia digitale in formato Pdf per una comoda fruizione da tablet, pc o smartphone, si comprende facilmente come ci si trovi di fronte a edizioni di ragguardevole valore, degne di essere considerate preziosi articoli da collezione.

A dir poco imperdibile per tutti gli appassionati e per i curiosi del genere avventuroso è “The Art of Point-and-Click Adventure Games”, che nella sua terza edizione si arricchisce di ulteriori 28 pagine di contenuti rispetto alle già corpose 500 della versione precedente. Dal 1984 al 2021 sono esaminati oltre 35 anni di avventure ‘punta e clicca’ attraverso i riferimenti a più di 150 titoli che i possessori di home computer e pc (ma anche, più recentemente, di console e smartphone) ricorderanno con affetto e nostalgia. Oltre alla competente disamina storica sull’evoluzione del genere, c’è davvero di che entusiasmarsi, tra sontuose immagini in pixel art e interviste inedite a quasi una cinquantina di geni del settore del calibro di Ron Gilbert (Monkey Island), Jane Jensen (Gabriel Knight), Ken Williams (King’s Quest), Al Lowe (Leisure Suit Larry) e Charles Cecil (Broken Sword), giusto per citare alcuni dei più noti. La presenza di comodi indici per anno, gioco e intervista allo sviluppatore permettono la consultazione pratica e veloce di un’opera degna d’encomio già solo per la preservazione culturale della memoria storica di un genere videoludico tra i più tradizionali.

Una delle saghe di giochi di combattimento più famose e amate è il soggetto del meraviglioso “The King of Fighters: The Ultimate History” – volume imprescindibile per tutti i fanche in ben 544 pagine ripercorre oltre 25 anni di storia della serie a partire dal suo esordio nel 1994. Nella prima sessantina di pagine viene narrata l’evoluzione del brand, con inediti approfondimenti sulla sua genesi, attraverso le parole degli stessi creatori giapponesi già provenienti da precedenti esperienze di successo nel campo dei ‘picchiaduro’. Davvero inestimabili le riproduzioni dei documenti di design originali, che mostrano i particolari della progettazione dal punto di vista sia delle meccaniche di gioco sia di quello artistico sui personaggi. Ci sono poi più di 200 pagine dedicate alla game art degli oltre 15 capitoli della serie (tra ufficiali e spin off), con schermate in pixel art e gallerie di animazioni ricche di commenti interessanti, per poi passare a un centinaio di pagine dedicate all’analisi dei 50 combattenti principali e infine chiudere in bellezza con le corpose interviste ai membri più rappresentativi delle squadre di produzione dei vari episodi.

di Piermarco Rosa

VOTO:

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