Harry e Meghan su Netflix: i reali poco reali
Le prime tre puntate del chiacchieratissimo docufilm su Meghan Markle e il principe Harry sono appena approdate sulla piattaforma Netflix e già ha fatto storcere il naso a più di qualcuno.
Scelta tempistica perfetta quella di Netflix che ha deciso di lanciare l’attesissimo (?) docufilm “Harry e Meghan” proprio nei giorni di ponte festivo, di casa, freddo e babbucce. La coppia “della rottura” con i dogmi e le rigidità della corona britannica aveva infatti annunciato un super accordo con il colosso dello streaming già nel settembre del 2020, accontentando quella fame di curiosità imperitura che gravita da sempre intorno alla famiglia reale inglese.
Già, perché che lo si voglia o meno, i reali sono e sanno da sempre di essere una miniera d’oro. Senza andare a scomodare la letteratura d’altri tempi, le vicende e gli intrighi di palazzo fanno gola: un po’ per invidia, un po’ per svago, molto per appurare che in ogni famiglia, anche se si dorme in letti d’oro, ci sono scheletri nell’armadio che non vediamo l’ora di scoprire. I Sussex lo sanno e anche molto bene. Lui, il secondogenito dai capelli rossi incline alla disobbedienza e così simile alla madre Diana e lei, attrice afroamericana ben lontana dai rigidi schemi inglesi, hanno sin da subito fatto vivere una stagione preziosa ai media inglesi.
Con l’annuncio della rinuncia, nella primavera del 2020, al titolo di Altezze Reali, l’obiettivo di rintanarsi a vita privata tra il Canada e l’Inghilterra ha sortito come prevedibile, l’effetto opposto a quello desiderato. E il docufilm “Harry & Meghan” lo conferma. Le prime tre puntate sono abilmente costruite intorno a un “parlo ma non del tutto” trascinandoti nella visione non tanto per il contenuto offerto ma per quello che promette di offrire. Il primo episodio si apre con una dichiarazione all’apparenza neutrale: “la famiglia reale non ha rilasciato dichiarazioni sul docufilm”. E non avevamo dubbi.
Come non vi erano dubbi sulle pennellate di autenticità e spontaneità con cui Meg (come viene chiamata da amici e parenti) e Harry sono dipinti in ogni scena: una famiglia normale fatta di dialogo, foto spontanee con la polaroid, screzi qualunque. Henry che filma gli uccellini (“guarda Harchie, tuo padre è in estasi, lui è un bird watcher!”, dice mamma Meg al piccolo Archie). Un focolaio d’amore che arriva alla sua acme nella scena in cui mamma Meg mostra ad un piccolissimo Archie una foto di Lady D. appesa alla parete dicendogli “guarda, questa è tua nonna”. Commovente.
Per il resto, la volontà annunciata ad inizio episodio di voler raccontare “la nostra storia” senza invenzioni appare molto forzata, soprattutto perché loro sono inquadrati di rado, parlano poco e mai di quello di cui sarebbe il caso parlare. Del presunto razzismo ai danni di lei, poco o niente, del rapporto non idilliaco con i membri della famiglia, a tratti percepito. Nessuna conferma o smentita dei tradimenti reciproci. Pure allusioni che seguono la scia dei tabloid inglesi responsabili, a detta loro, di una pressione mediatica senza paragoni al pari di quella ricevuta per tutta la durata della sua vita da Diana.
Se, per pura benevolenza pre-natalizia si riesce ad entrare in empatia con quella strana coppia “qualunque”, tutto si sgretola alla presa visione della cifra che i due avrebbero percepito per le riprese: circa 100 milioni di dollari, come riportato dal The Sun. A questi si aggiungono i 30 milioni di sterline offerti da Spotify per la produzione del podcast Archetype con interviste esclusive della Markle a varie personalità come Serena Williams, Mariah Caray e Paris Hilton. Last but not least, Harry ha ereditato da mamma Diana 10 milioni di dollari a cui si aggiungono i 2 milioni di cui Meghan dispone per la sua attività di attrice.
Forse però ciò che stride è quella volontà urlata di mostrare una normalità che, semplicemente, non c’è e non è una colpa, men che meno per loro. I due sembrano aver confezionato esattamente quello di cui si lamentano: inesattezze e poca chiarezza, i due ingredienti che portano ad ipotesi, spesso inesatte. Speriamo nelle prossime puntate ma per ora peccato, un’occasione sprecata.
di Raffaela Mercurio
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Tag: film, recensioni
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