Il marinaio Popeye
“Popeye the Sailor Man” – Braccio di Ferro il marinaio, terzo protagonista della striscia senza tempo di Elzie Crisler Segar
Prima di “Popeye the Sailor Man” (Braccio di Ferro il marinaio) ci fu il “Thimble Theater” (Teatro dei ditali), con un percorso che prima annovera altri due personaggi principali. Tutto ha inizio con una lite: quella del fumettista Ed Wheelan con il magnate della carta stampata statunitense William Randolph Hearst. Nel 1919 quest’ultimo è il proprietario sia del “New York Journal” in cui Wheelan pubblica la striscia “Midget Movies”, sia del King Features Syndicate che ne gestisce i diritti di ripubblicazione. I due arrivano però ai ferri corti e il fumettista smette di disegnare la strip, molto legata alla sua capacità di satireggiare la nascente arte cinematografica.
Al quotidiano non rimane quindi che cercare un rimpiazzo, trovandolo nel ventitreenne Elzie Crisler Segar. Al tempo questi ha già collaborato con altri giornali di Hearst. Dopo aver fatto il batterista d’accompagnamento per i film muti e talvolta perfino il proiezionista – impegnandosi di notte in un corso di disegno per corrispondenza – ha iniziato la sua carriera con un fumetto ispirato a Charlie Chaplin per il “Chicago Herald” grazie al patrocinio di Richard Outcault (l’autore del famosissimo “The Yellow Kid”). Questo e i suoi successivi fumetti avevano incontrato l’apprezzamento dei lettori e così l’editor William Curley l’aveva proposto alla sezione newyorkese dell’impero editoriale di Hearst.
Pubblicato per la prima volta il 19 dicembre 1919, al suo esordio “Thimble Theater” ha come protagonisti il nasuto fannullone Harold Hamgravy (Aroldo Granragù) e la sua filiforme fidanzata Olivia Oyl. Orientato alla parodia degli spettacoli teatrali, il tratto di Segar è spesso essenziale e i personaggi ricordano le dita d’una mano impegnata in una rappresentazione concitata da teatrino di pupazzi. Negli episodi è frequente poi l’incursione di altri membri della famiglia Oyl, fra i quali è soprattutto il basso e ambizioso fratello minore di Olivia a svettare per ‘presenza scenica’.
L’accoglienza iniziale del fumetto è tuttavia tiepida e soltanto col tempo i lettori si affezionano all’opera di Segar, che li premia con un’evoluzione costante. Già nel 1922 le storie sono passate dall’essere gag autoconclusive al divenire avventure comiche lunghe mesi e Castor Oyl, il fratello di Olivia, ne diventa una presenza fissa. Il 17 gennaio 1929 è lui stesso ad assoldare un burbero marinaio di nome Popeye per raggiungere l’isola d’un criminale ludopatico. Il nome è un riferimento non troppo delicato al fatto che il lupo di mare sia guercio (si potrebbe tradurre come “occhio che salta all’occhio”) e il personaggio è ispirato a un compaesano di Segar di nome Frank “Rocky” Fiegel a cui si deve almeno la pipa, la parlata gergale e il carattere da attaccabrighe.
Reso invulnerabile grazie alla fortuna donatagli dalle piume di una “gallina fischiona” (i celeberrimi spinaci arriveranno soltanto in seguito), Popeye è talmente carismatico che il pubblico lo richiede a suon di lettere come presenza fissa. Segar acconsente. Inizia così la carriera di un personaggio che diventerà una icona mondiale e che ben presto ribattezzerà l’intera striscia col suo nome.
di Camillo Bosco
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Tag: fumetti, recensioni
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