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Fritz il gatto

La catarsi di Fritz il gatto

La prima breve avventura di Fritz il gatto uscì infatti nel 1965, nell’ultimo anno di vita editoriale della rivista satirica “Help!”
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Chi è Fritz il gatto? «Un giovane felino sofisticato e all’avanguardia che studia all’università e vive in una “supercittà” moderna di milioni di animali, non diversi dalle persone per usi e costumi». Così Robert Dennis Crumb descrive il suo gatto soriano antropomorfo nel testalino di presentazione di una storia del 1968, ma a quel punto la sua vicenda editoriale era già parecchio avanzata. La prima breve avventura di Fritz il gatto uscì infatti nel 1965, nell’ultimo anno di vita editoriale della rivista satirica “Help!”. Il magazine era stato fondato nientemeno che da Harvey Kurtzman dopo che quest’ultimo aveva abbandonato la celeberrima rivista “Mad” e quindi era certo dotato di una redazione abbastanza smaliziata da apprezzare la vena eroti-comica del fumetto di Crumb. Il problema, semmai, era la morale pubblica.

«Caro R. Crumb, qui pensiamo che i disegni della piccola micetta che ci hai mandato siano grandiosi. La domanda è: come facciamo a pubblicarli senza finire in galera?» fu infatti la risposta di Kurtzman alla proposta del fumetto e, sebbene non abbiamo traccia della versione originale del finale, lo stesso Crumb ricordò che per attenuare i timori bastò modificare le due ultime vignette affinché il protagonista rimanesse a fianco della micetta che aveva denudato per spulciarla con voracità. Prima della pubblicazione, Fritz il gatto aveva però abitato i taccuini di Crumb sin dal 1959. Per lui si trattava di una rielaborazione delle iconografie della sua infanzia, a partire dai paperi parlanti disneyani fumettati da Carl Barks o dalla comunità di animali antropomorfi della palude di Okefenokee ritratta nel “Pogo” di Walt Kelly (altro artista formatosi in Disney).

Con pochi amici e nessuna ragazza, il sedicenne e occhialuto Crumb si era trovato ad abbozzare le grottesche esperienze sessuali di Fritz il gatto come una catarsi di ciò che il cervello di un adolescente registrava come fallimenti personali. Con poche lusinghe ritraeva quindi il suo avatar come un poseur ossessionato dal sesso femminile, edonista, amorale e senza etica. Crumb scelse però di rendere i suoi personaggi come animali non tanto per iconoclastia, quanto perché riconosceva in questo allontanamento dalla realtà quotidiana una maggiore libertà espressiva. Non per nulla uno dei primi fumetti americani, Mr. Jack di James Swinnerton, già nel 1903 aveva ritratto i vizi dei borghesi mascherandoli come orsacchiotti.

Nonostante la chiusura di “Help!”, il successo del personaggio nel panorama underground statunitense continuò ad aumentare – passando di rivista in rivista – fino a ottenere un’offerta per diventare un film animato nel 1969. Quello che sarebbe stato il coronamento della carriera di chiunque per Crumb fu invece un’amara delusione. Il film animato, che portava infine Fritz il gatto nel campo del suo predecessore e quasi omonimo Felix the Cat, fu più una creatura del regista Ralph Bakshi. Nel frattempo la pubblicazione di nuove storie a fumetti di Fritz si era già diradata. Il Crumb sedicenne aveva ormai trovato una sua dimensione artistica e sociale, spostandosi su nuovi personaggi capaci di far evolvere la sua poetica.

di Camillo Bosco 

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