La Sirenetta: un film che emoziona e coinvolge
Chi ha amato il cartone animato del 1989 non resterà deluso da La Sirenetta, film diretto da Rob Marshall e da pochi giorni uscito nelle sale italiane
Chi ha tanto amato il cartone animato del 1989 non resterà deluso da “La Sirenetta”, film diretto da Rob Marshall e da pochi giorni uscito nelle sale italiane. Del resto somiglia molto all’originale targato Walt Disney ed è la critica mossa ad altri live action (come “Il Re Leone” e “Aladin”), tanto da aver spinto alcuni a chiedersi se essi siano proprio indispensabili. Beh sì, questa operazione lo era davvero. A interpretare magnificamente la protagonista è l’avvenente Halle Bailey: la sua versione di Ariel è incantevole, di una dolcezza disarmante. Non si può non amarla quando prova con tutta sé stessa a entrare a far parte del mondo degli umani da cui è profondamente attratta; non si può non fare il tifo per lei mentre tenta di portarsi più vicino a Eric (interpretato da Jonah Hauer-King), quel giovane principe che le ha rubato il cuore durante un naufragio.
C’è però di più, molto di più. Il film è un’esperienza visiva senza precedenti: i fondali abitati dal popolo del mare sono una delizia per gli occhi, una straordinaria festa di colori e di mirabili effetti speciali. Anche le orecchie ne escono appagate: si abbandona la sala con ancora in testa le musiche di Alan Menken, canticchiando brani intramontabili come “In fondo al mar”. Convincono poi le caratterizzazioni dei personaggi: si ha simpatia per il timoroso pesciolino Flounder e per l’uccello tuffatore Scuttle; chi inoltre non vorrebbe nella propria vita un granchio Sebastian come mental coach? Impeccabile pure l’interpretazione di Melissa McCarthy che ha reso ancora più spietata la strega Ursula, conferendole tuttavia un inatteso tocco di comicità che non guasta affatto.
Il vero pregio del film? La cura dei dettagli, nulla è lasciato al caso. Proprio come ne “La Bella e la bestia”, gli sceneggiatori hanno cercato di riempire quello che era il plot hole che ha ossessionato intere generazioni: nella versione animata Ariel firma la pergamena con la quale s’impegna a cedere la sua voce in cambio delle agognate gambe, ma se era in grado di scrivere perché non ha inviato una lettera all’amato spiegandogli ogni cosa? Nel live action non c’è invece spazio per incongruenze: Ursula, sorella rancorosa del re Tritone, chiede all’incerta Ariel di suggellare il contratto con sangue preso dalla sua coda. Un particolare raccapricciante, che ricorda però l’atmosfera commovente e noir dell’omonima fiaba da cui “La Sirenetta” è tratta. Non è un caso che il live action si apra proprio con la toccante citazione di Hans Christian Andersen – «Ma una sirena non ha lacrime, e dunque soffre molto di più» – che resta sullo sfondo per tutta la durata della proiezione. L’avrete capito, è un film che emoziona e coinvolge. E non poco.
di Cristina La Bella
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