La vera età di Paperino
Il primo Paperino apparve già nel 1931, nel primo libro in assoluto basato sui personaggi di Walt Disney. Dunque, quanti anni ha il simpatico papero?
Se il Donald Duck animato compie quest’anno nove decenni di vita, quello su carta ha due o addirittura tre anni in più. Un Paperino apparve infatti già nel 1931, nel primo libro in assoluto basato sui personaggi di Walt Disney. Quest’ultimo, impegnato nel creare sempre più corti animati, aveva accettato l’offerta della David McKay Company di utilizzare alcuni animatori del suo staff per realizzare un libro illustrato sulle avventure di Topolino in campagna. Un adattamento infantile in cui Mickey Mouse vive in una tana sotto un granaio, dai toni quasi fiabeschi e con illustrazioni dai colori tenui. Tra gli amici con cui questo roditore agreste organizza una festa danzante ci sono già Minnie, Chiquita, Orazio, Clarabella, Patricia Pigg e un tale Paperino. Quest’ultimo, dalla forma tozza e simile a quella di un papero reale, veste dei calzoni verdi e porta un cappello piumato di colore identico.
Forse stanco per la danza, Paperino riemerge da questa comparsata soltanto verso la fine del 1932 in una filastrocca contenuta in “Mickey Mouse Annual 3”, un tomo di ben 128 pagine pensato anche per il giovane pubblico inglese. «Paperino, Roberto il gallo, la passerotta Giannetta e la gallina Clara sono gli amici che Topolino tien nell’aia» recita una strofa del testo. Nell’illustrazione a corredo Paperino appare ancora senza braccia né mani, ma con le alucce. Il piumaggio della testa è scuro, come quello delle vere papere. Ha perso il cappello piumato dell’edizione del Trentuno e l’unica nota di antropomorfizzazione sono di nuovo un paio di calzoni simili a quelli di Topolino, con tanto di bottoni.
Entrambe queste caratterizzazioni sono però molto diverse dal suo esordio cinematografico nel 1934 nell’episodio delle “Silly Symphony” intitolato “La gallinella saggia”, dove sembra tornare anche la gallina Clara di due anni prima (ma anonima). È assai probabile quindi che lo sceneggiatore Otto Englander avesse ben presente sia la filastrocca illustrata dal britannico Wilfred Haughton sia il testo edito dalla David McKay Company, decidendo tuttavia di rielaborare alcuni degli amici di Topolino nel contesto della fiaba russa “La gallinella rossa”, già resa popolare negli Usa dall’illustratrice Jessie Willcox Smith.
Nonostante queste prime apparizioni cartacee, si sceglie infatti di riferirsi comunque all’anno di uscita del cortometraggio per calcolare il novantesimo compleanno del personaggio perché è appunto con “La gallinella saggia” che Paperino acquisisce una vera personalità. Tanto che le successive apparizioni di Donald Duck saranno rigorosamente in blusa da marinaio e con delle mani simili a quelle umane. Strano a dirsi, al contrario delle sue iniziali comparsate non porterà mai più dei calzoni in vita sua.
Archiviata la caratterizzazione di Haughton e della David McKay Company è quindi il lavoro del designer di origini svizzere Albert Hurter a sopravvivere come aspetto del personaggio, che viene dunque riproposto nell’adattamento a fumetti di “La gallinella saggia”. Sono lo sceneggiatore Theodore H. Osborne detto Ted e il disegnatore Charles Alfred Taliaferro detto Al a trasportarlo nuovamente su carta per il magazine “Mickey Mouse”, che Walt Disney ha inaugurato per sfruttare al massimo il successo dei suoi prodotti di animazione.
Definito da Hurter e consacrato nelle vignette di Taliaferro, Paperino si rivela così uno dei personaggi di maggior successo del panorama disneyano. Un grande salto dall’aia di Topolino fino all’immaginario di tutto il mondo.
di Camillo Bosco
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Tag: fumetti, recensioni
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