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Lego – The Art of the Brick a Milano

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Se dopo aver incastrato l’ultimo dei 743 mattoncini della stazione di polizia di Lego City ci si sente laureati ad honorem in architettura e ingegneria meglio non andare alla mostra “The art of the Brick”. Quello che l’artista Nathan Sawaya è in grado di fare con i piccoli pezzi colorati è oltre le aspettative. E la stazione di polizia sembrerà niente in confronto. Cento sculture realizzate con oltre un milione di mattoncini colorati Lego, dalle rivisitazioni dei grandi capolavori dell’arte, come La Gioconda, il Bacio di Klimt, il Pensatore di Rodin, l’urlo di Munch, fino a opere originali come lo scheletro di un T-Rex fatto con 80 mila mattoncini. A Milano in zona Navigli, al Ride Milano Urban Hub non si può rinunciare a una visita alla mostra ‘The Art of the Brick’ che presenta una selezione di opere dell’artista contemporaneo Nathan Sawaya, che ha saputo trasformare in arte la sua passione per i Lego. La mostra è adatta a grandi e piccini. Un’immersione nel mondo colorato di Nathan Sawaya, che non usa mattoncini speciali ma i classici Lego. Il lavoro di Sawaya giocoso e divertente agli occhi del visitatore è frutto di un lavoro ossessivamente preciso e minuziosamente realizzato. Nathan Sawaya si è così guadagnato una posizione di spicco nel mondo dell’arte contemporanea e ha creato una nuova dimensione fondendo Pop Art e Surrealismo in un’atmosfera sbalorditiva e rivoluzionaria nella capacità di dare forma ai sentimenti con un gioco che abbiamo tutti a portata di mano. La sua arte consiste infatti nel saper giocare con la materia, con il colore, con il movimento, la luce e la prospettiva per creare emozioni che ci colgono e ci sorprendono, restituendoci come esseri umani, una caratteristica importantissima e qualificante come la creatività Oltre alle sculture più divertenti e colorate e alla riproduzione di capolavori del mondo dell’arte un consiglio è quello di soffermarsi anche sulle opere originali, alcune di queste si discostano dall’idea di gioco e divertimento, al contrario sono più cupe e riflessive. Per esempio GRASP è la scultura di un uomo trattenuto da tante braccia. L’artista spiega che ci saranno sempre braccia pronte a trattenerti nel corso della vita, la sfida è trovare la forza di liberarsi, liberarsi dalle persone negative, che ostacolano il percorso verso la realizzazione personale. di Federica Marotti

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