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Lucio Corsi, nuovo fenomeno di Sanremo: “Volevo essere un duro ma da piccolo avevo paura di Ivan Graziani”

Lucio Corsi, ribattezzato “il menestrello di Sanremo” vera rivelazione di questa edizione si racconta a tutto tondo. La bugia bianca del “socio” Tommaso, la persecuzione del nome Carlo, la passione per Topo Gigio – “molto più reale di tanti che conosco” – e la Playstation

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Lucio Corsi, nuovo fenomeno di Sanremo: “Volevo essere un duro ma da piccolo avevo paura di Ivan Graziani”

Lucio Corsi, ribattezzato “il menestrello di Sanremo” vera rivelazione di questa edizione si racconta a tutto tondo. La bugia bianca del “socio” Tommaso, la persecuzione del nome Carlo, la passione per Topo Gigio – “molto più reale di tanti che conosco” – e la Playstation

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Lucio Corsi, nuovo fenomeno di Sanremo: “Volevo essere un duro ma da piccolo avevo paura di Ivan Graziani”

Lucio Corsi, ribattezzato “il menestrello di Sanremo” vera rivelazione di questa edizione si racconta a tutto tondo. La bugia bianca del “socio” Tommaso, la persecuzione del nome Carlo, la passione per Topo Gigio – “molto più reale di tanti che conosco” – e la Playstation

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Lucio Corsi, ribattezzato “il menestrello di Sanremo” vera rivelazione di questa edizione si racconta a tutto tondo. La bugia bianca del “socio” Tommaso, la persecuzione del nome Carlo, la passione per Topo Gigio – “molto più reale di tanti che conosco” – e la Playstation

La sua gara l’ha già vinta. Lucio Corsi fino a ieri un giovane di belle speranze, ai più sconosciuto, oggi è sulla bocca di tutti e il merito non è tanto del suo look stravagante, non del suo modo di cantare un po’ stralunato, ma tutto della sua canzone “Volevo essere un duro”, semplicemente bella, orecchiabile, perfetta per Sanremo. Così dallo scorso martedì tutti si chiedono chi sia, cosa faccia, da dove venga questo giovane toscano, magrissimo, dagli occhi e le orecchie grandi e con un mondo tutto da raccontare: Lucio Corsi.

“Gli occhi delle telecamere, a proposito, mi fanno paura, sono freddi ma mi interessano eh! – spiega il giorno dopo la sua partecipazione alla prima del Festival – Io però sono abituato a relazionarmi con gli occhi delle persone e, ammetto, che essermi esibito in un teatro mi abbia aiutato moltissimo da questo punto di vista”.

Lo ha aiutato tanto ma alla fine l’emozione da gestire è stata comunque gigantesca. “La verità? Durante l’esibizione non ho capito più nulla. Poi odio quegli auricolari che ti obbligano a indossare mentre canti e infatti, appena finito, li ho subito buttati via” ride.

Un’emozione che gli è comunque servita a dare il meglio di sé e che gli ha permesso di classificarsi tra i primi cinque nella graduatoria provvisoria randomica già dalla prima serata, quando i big in gara erano al completo.

“Davvero non avevo idea di come fosse andata, poi appena terminato ho chiesto un’opinione a Tommaso, che era con me sul palco e che per me è molto più di un amico, è un fratello. Inizialmente, per tranquillizzarmi, mi aveva detto che era andata bene, poi però ha ammesso di non aver sentito nulla neanche lui – ci racconta Corsi – Siamo entrambi toscani, cresciuti a pochi chilometri l’uno dall’altro: io sono di Castiglione della Pescaia e abbiamo sempre fatto tutto assieme, per cui mi è venuto naturale andare da lui. Abbiamo un legame forte. Mi viene naturale scrivere canzoni assieme a lui”. 

Anni di gavetta, girando la loro Toscana e tutta l’Italia in lungo e in largo, per tantissimi locali, uno dopo l’altro. Tra questi c’è anche una trattoria che si trova a Milano, città di adozione del duo, gestita da un certo Carletto. “Il nome Carlo ritorna incredibilmente sempre nella mia vita. Carlo Verdone, per esempio, mi aveva dato la possibilità di recitare nella terza stagione di ‘Vita da Carlo’, dandomi grande visibilità, e poi ora la conduzione in mano a Carlo Conti. L’ho colto come un segnale, ecco perché mi è sembrato il momento giusto di provare a partecipare a Sanremo”.

Ci proverà fino in fondo, anche con qualche azzardo che però non lo spaventa nemmeno un po’. Nella serata delle cover, infatti, ha deciso di portare la canzone di Topo Gigio nonostante la sua ossessione per un mostro sacro della musica italiana, Ivan Graziani: “Ho scoperto Graziani già da bambino, grazie a mio padre. Ricordo che lo ascoltavamo sempre in auto e, ammetto, che quei suoi testi, cantati con quella voce così particolare, mi facevano quasi paura – spiega sorridendoci su – E’ incredibile come la musica riesca a suscitare tante emozioni diverse, finanche la paura”.

E allora perché portare Topo Gigio nella serata delle cover? “Perché lo canto da una vita e ci tengo davvero. La musica, del resto, per me è un modo per fuggire dalla realtà. E’ il mezzo che uso per farmi trasportare in altri panni e altri tempi. Topo Gigio resta un personaggio di fantasia che però è molto più reale di tante persone che conosco”.

Ma cosa fa Lucio Corsi nel tempo libero ? “Mi piace stare a casa, in Maremma. Poi suonare il pianoforte, uno strumento che è come un rebus, un po’ come l’italiano, che ci permette di dire le cose in mille modi differenti. E poi mi piace anche giocare anche alla Playstation e amo il motociclismo, la velocità che viaggia nell’aria, proprio come le canzoni”.

Il libro preferito? Mi è piaciuto molto “400 giorni intorno al mondo” di Ambrogio Fogar, anche perché salpò proprio da Castiglione della Pescaia per questa incredibile avventura in solitaria”.

E un avventura è sicuramente appena cominciata anche per Lucio Corsi, circondato dall’affetto straordinario che la gente gli sta dimostrando senza sconti.

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