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Willie Peyote: “Mi sento libero di poter dire quello che voglio”

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A quattro anni di distanza dal Premio della critica “Mia Martini”, Willie Peyote sarà tra i grandi protagonisti del prossimo Festival con “Grazie ma no grazie”.

Willie Peyote

Willie Peyote: “Mi sento libero di poter dire quello che voglio”

A quattro anni di distanza dal Premio della critica “Mia Martini”, Willie Peyote sarà tra i grandi protagonisti del prossimo Festival con “Grazie ma no grazie”.

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Willie Peyote: “Mi sento libero di poter dire quello che voglio”

A quattro anni di distanza dal Premio della critica “Mia Martini”, Willie Peyote sarà tra i grandi protagonisti del prossimo Festival con “Grazie ma no grazie”.

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Willie Peyote è pronto a stupire ancora. A quattro anni di distanza dal sesto posto in classifica con “Mai dire mai (la locura)”, che si aggiudicò a Sanremo il Premio della critica “Mia Martini”, l’artista torinese sarà tra i grandi protagonisti del prossimo Festival con “Grazie ma no grazie”. La sua sarà la canzone più politica della kermesse canora, alternando momenti leggeri a questioni più profonde e attuali: «La genesi è un po’ particolare, perché l’ho scritta nell’estate del 2023, quando sono andato in Ecuador a trovare mia sorella» ci racconta Willie Peyote, all’anagrafe Guglielmo Bruno. «Guardando al mio Paese da così lontano, le parole sono arrivate da sole».

Il brano si prende gioco dei luoghi comuni del vivere contemporaneo: «Prendo in giro questa visione un po’ vecchia e reazionaria per cui non si può più dire niente, non si sa come scrivere perché bisogna mettere l’asterisco. E se la gente va in piazza a protestare è perché non ha voglia di lavorare e così via. Mi prendo gioco di questa concezione del mondo un po’ datata perché credo sia giusto abbracciare il cambiamento: il mondo cambia e noi dobbiamo cambiare con lui».

Il 39enne cantautore ha fatto il suo esordio a Sanremo in piena pandemia da Covid, prima e unica edizione senza pubblico. Per questo la curiosità di vivere un Festival senza restrizioni è tanta: «Sarà tutto diverso questa volta, non so cosa aspettarmi sinceramente. Però almeno sarò libero di uscire dall’albergo, si vedranno le persone normalmente in giro. Insomma, da questo punto di vista sarà un’esperienza nuova. Aspetto di godermi fino in fondo l’atmosfera di festa: le sensazioni sono positive, non ci sono dubbi». Rispetto a quattro anni fa, quando stroncò Francesco Renga ed Ermal Meta, non si renderà protagonista di polemiche con gli altri artisti in gara («Ci sono artisti più bravi di me nel gossip, lascio il compito a loro»). Ma questo non significa che resterà in silenzio.

Una cosa è certa, il politicamente corretto non lo preoccupa particolarmente: «Avevo più paura all’inizio. Ormai si parla di politically correct da cinque anni, mi sento libero di poter dire quello che voglio. Ma posso comprendere la necessità – a mio avviso opportuna – di porsi il problema su certi termini e su un certo modo di raccontare, perché credo che nella comunicazione la sensibilità sia essenziale. Per questo ritengo che un linguaggio più inclusivo sia importante. Comunque no, non mi sento in difficoltà. Certo, tutti si offendono molto facilmente, ma ci sono temi per cui l’offesa è opportuna e altri temi in cui basterebbe avere senso dell’umorismo».

Nella serata dedicata alle cover Willie Peyote canterà “Un tempo piccolo” di Franco Califano insieme con Federico Zampaglione e Ditonellapiaga: «È uno dei miei brani preferiti in assoluto, è il perfetto esempio di come un grande autore possa raccontare con poesia la decadenza della vita. È già stato interpretato dai Tiromancino e quindi la presenza di Federico è naturale. Margherita (Ditonellapiaga, ndr.) è una meravigliosa cantante e una grande amica, ci tenevo averla con me in questo Festival».

Ma Willie Peyote, tifoso del Torino da curva Maratona, sarebbe disposto a rinunciare al podio a Sanremo per rivedere i granata in Europa? La risposta non lascia grandi margini di interpretazione: «Io per il Toro in Europa mi faccio anche squalificare…».

di Massimo Balsamo

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