app-menu Social mobile

Skip to main content
Scarica e leggi gratis su app
Gino Mader morire a 100km l'ora

Gino Mader: morire in bici a 100 all’ora

Gino Mader andava a 100km l’ora quando è uscito di strada nella quinta tappa del Giro di Svizzera. Una riflessione, doverosa, sul ciclismo odierno
| ,

Gino Mader: morire in bici a 100 all’ora

Gino Mader andava a 100km l’ora quando è uscito di strada nella quinta tappa del Giro di Svizzera. Una riflessione, doverosa, sul ciclismo odierno
| ,

Gino Mader: morire in bici a 100 all’ora

Gino Mader andava a 100km l’ora quando è uscito di strada nella quinta tappa del Giro di Svizzera. Una riflessione, doverosa, sul ciclismo odierno
| ,
| ,
Gino Mader andava a 100km l’ora quando è uscito di strada nella quinta tappa del Giro di Svizzera. Una riflessione, doverosa, sul ciclismo odierno
Andava a 100 km l’ora quando è uscito di strada precipitando in un burrone. Non era a bordo di un’auto né su una moto: era in sella alla sua bicicletta. Se verrà confermata la velocità rilevata dallo staff al seguito della corsa, la tragedia che è costata la vita a Gino Mader, giovane corridore originario del Canton San Gallo, impegnato nella quinta tappa del Giro di Svizzera, ha già almeno una possibile spiegazione. Il ciclismo professionistico è da tempo ormai un altro sport rispetto a quello di epoche leggendarie alla Coppi e Bartali. Ma è anche profondamente diverso da tempi più recenti: quelli di Moser, Bugno, Pantani e Cipollini. Oggi può accadere che un ventiseienne a una curva si schianti in una scarpata, a soli 14 km dall’arrivo, dopo averne già percorsi 197. Al termine di un volo spaventoso, dopo aver picchiato con la testa contro i blocchi di cemento sul ciglio della strada. Il ciclismo di oggi è diventato una questione da laboratorio, animato da atleti inguainati in tutine fantascientifiche, dei quali è impossibile anche solo intuire la fatica sul volto nascosto da caschi spaziali. Campioni superallenati che sfrecciano a bordo di mezzi sempre più distanti dal concetto di bicicletta tradizionale, con posture incomprensibili ai più, per giunta a velocità da scooter truccato. Succede così che si perda il controllo di due ruote spesse come un dito. E che, come in diverse altre occasioni analoghe in un passato recente, la corsa neanche si fermi. di Federico Bulsara

La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!

Leggi anche

L’Italia vola con Jannik e Matteo

21 Novembre 2024
Coppa Davis: l’Italia batte l’Argentina (2-1) e vola in semifinale contro l’Australia che supera…

Gli scacchi e la loro moderna evoluzione

21 Novembre 2024
Il match per il titolo mondiale maschile di scacchi richiama l’attenzione verso un giuoco antico…

Troppo odio e negatività, LeBron James annuncia lo stop dai suoi social

21 Novembre 2024
“Lo sport è l’unica cosa che ancora unisce e non divide”, LeBron James stacca dai social in segn…

L’anno che sconvolse il tennis

21 Novembre 2024
Non riusciamo neanche più a fare l’elenco dei trionfi, delle posizioni in classifica scalate, de…

LEGGI GRATIS La Ragione

GUARDA i nostri video

ASCOLTA i nostri podcast

REGISTRATI / ACCEDI