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Ha vinto Infantino, sconfitta la libertà

E’ mancato il coraggio. Alla fine i giocatori hanno deciso di obbedire sommessamente alla Fifa. Nessuna fascia pro LGBT in campo ma solo un gran silenzio. Sarebbe servita una personalità scomoda come quella di Diego Armando Maradona, uno che non aveva paura di mettersi di traverso ai padroni.

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Ha vinto Infantino, sconfitta la libertà

E’ mancato il coraggio. Alla fine i giocatori hanno deciso di obbedire sommessamente alla Fifa. Nessuna fascia pro LGBT in campo ma solo un gran silenzio. Sarebbe servita una personalità scomoda come quella di Diego Armando Maradona, uno che non aveva paura di mettersi di traverso ai padroni.

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Ha vinto Infantino, sconfitta la libertà

E’ mancato il coraggio. Alla fine i giocatori hanno deciso di obbedire sommessamente alla Fifa. Nessuna fascia pro LGBT in campo ma solo un gran silenzio. Sarebbe servita una personalità scomoda come quella di Diego Armando Maradona, uno che non aveva paura di mettersi di traverso ai padroni.

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E’ mancato il coraggio. Alla fine i giocatori hanno deciso di obbedire sommessamente alla Fifa. Nessuna fascia pro LGBT in campo ma solo un gran silenzio. Sarebbe servita una personalità scomoda come quella di Diego Armando Maradona, uno che non aveva paura di mettersi di traverso ai padroni.

Tutti in silenzio, senza quella fascia arcobaleno al braccio. A obbedire alla Fifa, per il timore di essere ammoniti. Ammoniti per difendere i diritti umani. E’ la polaroid meglio riuscita dell’attuale forza dei calciatori ai Mondiali del Qatar. Sono i protagonisti della scena, gli attori principali dei Mondiali. Sono stati anestetizzati, resi inoffensivi al primo tentativo di alzare la voce.

Harry Kane non indossa la fascia con la scritta One Love nella “prima” dell’Inghilterra contro l’Iran. Gli inglesi si sono messi in ginocchio, come avviene da mesi, come segno di vicinanza al movimento Black Lives Matter, e come aveva anticipato il commissario tecnico, Gareth Southgate.

Non metterà la fascia con i colori della comunità Lgbt neppure Virgil Van Dijk, il capitano dell’Olanda, nella gara del pomeriggio (alle 17) con il Senegal. Lo stesso comportamento sarà osservato da altri cinque capitani delle nazionali europee (Belgio, Galles, Germania, Svizzera, Danimarca) presenti alla Coppa del Mondo nel paese del Golfo Persico. Era stato il portiere della Germania, Manuel Neuer, a preannunciare ieri la sfilata in campo con quella fascia, spiegando anche di essere pronto a pagare una multa salata imposta dalla Fifa. Neuer è stato poi seguito poi da Kane, poi da Van Dijk. Sembrava il primo, vero, atto di consapevolezza del calcio giocato rispetto all’atteggiamento censorio della Fifa, che due settimane fa ha imposto – via lettera alle federazioni – che l’attenzione di tutti dovesse essere rivolta solo al campo, solo alle partite.

Tra l’altro, la Football Association ha inoltrato due mesi fa la richiesta di indossare la fascia arcobaleno, con quel tipo di messaggio. La risposta della Fifa è arrivata a poche ore dalla partita degli inglesi con l’Iran.

“In quanto federazioni nazionali, non possiamo mettere i nostri giocatori in una posizione in cui potrebbero incorrere in sanzioni sportive comprese le ammonizioni, quindi abbiamo chiesto ai capitani di non tentare di indossare la fascia durante le partite della Coppa del Mondo Fifa. Eravamo disposti a pagare multe che normalmente si applicherebbero in caso di violazione dei regolamenti sulle divise e avevamo un forte impegno a indossare la fascia da braccio. Tuttavia, non possiamo mettere i nostri giocatori nella situazione in cui potrebbero essere ammoniti o addirittura costretti a lasciare il campo di gioco”, questo il comunicato-resa della Football Association.

In sostanza, ha vinto Infantino. Senza neppure giocarsi la partita. L’unica concessione, a partire dai quarti di finale della competizione: indossare una fascia con la scritta No Discrimination. Potrebbe indossarla lo stesso Kane contro l’Iran. Sarebbe servito un gesto forte, simbolico, antisistema. Sarebbe servito uno come Diego Maradona, una personalità scomoda, capace anche mediaticamente a mettersi di traverso ai padroni del vapore che limitano la libertà d’espressione degli atleti.

Nulla di fatto. Si è fatta sentire solo l’associazione dei tifosi (Football Supporters Association) che ha stigmatizzato l’atteggiamento minaccioso e vessatorio della Fifa di Infantino. I calciatori, a loro volta, hanno mostrato ancora di più la loro debolezza strutturale. Sono rappresentati da un sindacato, il FirPro, che ha saputo solo fare battaglia per evitare un’edizione biennale dei Mondiali. Sul Qatar non ha mai toccato palla, in 12 anni. E non si è destata dal sonno in queste ore, senza una posizione ufficiale, un atto di insubordinazione. Difficile che ce ne saranno nel corso della Coppa del Mondo.

di Nicola Sellitti

 

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