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La metamorfosi di “The Rock”, dal wrestling al sogno dell’Oscar

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Dwayne “The Rock” Johnson è il protagonista di “The Smashing Machine”, il primo film autoriale dopo anni di blockbuster. Le premesse per una trasformazione artistica

The Rock

La metamorfosi di “The Rock”, dal wrestling al sogno dell’Oscar

Dwayne “The Rock” Johnson è il protagonista di “The Smashing Machine”, il primo film autoriale dopo anni di blockbuster. Le premesse per una trasformazione artistica

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La metamorfosi di “The Rock”, dal wrestling al sogno dell’Oscar

Dwayne “The Rock” Johnson è il protagonista di “The Smashing Machine”, il primo film autoriale dopo anni di blockbuster. Le premesse per una trasformazione artistica

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Dal compianto Hulk Hogan a John Cena, l’elenco di wrestler divenuti attori è folto. Ma ce n’è uno che vuole scrivere la storia: Dwayne Johnson, meglio conosciuto come The Rock. In pochi avrebbero scommesso su di lui quando, nei primi anni Duemila, mosse i primi passi a Hollywood. Ma la sua metamorfosi è stata affascinante e, nonostante qualche controversia, ora è uno degli attori più richiesti e più pagati in circolazione. Con un sogno che potrebbe diventare realtà: il premio Oscar.

Sì, perché The Rock è il protagonista di “The Smashing Machine” di Benny Safdie, in lizza per il Leone d’oro al Festival di Venezia e atteso nelle sale italiane dal 19 novembre, distribuito da I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection in collaborazione con Wise Pictures. Si tratta del primo vero ruolo drammatico per il cinquantatreenne, fino a oggi conosciuto per lo più per i blockbuster: basti pensare a “Black Adam”, tentativo fallito di creare un nuovo franchise di supereroi DC, oppure a “Red One”, per il quale s’è discusso soprattutto per i suoi presunti comportamenti poco professionali.

Ma la storia di The Rock parla per lui

Ma la storia di The Rock parla per lui: la sconfitta non è un’opzione. Costretto ad archiviare il sogno di diventare una star del football americano a causa di un brutto infortunio alla spalla, sconfisse la depressione e si reinventò grazie al wrestling. Negli anni si è fatto apprezzare per il suo carisma – sia sul ring della Wwe sia sul grande schermo – e per la sua umiltà, frutto di una storia in stile “american dream”.

Grandi sacrifici, grande fatica, il riscatto dalla povertà e la corsa verso il successo. Se solo volesse – forse – anche verso la Casa Bianca, visto che un sondaggio realizzato nel 2021 da Piplsay ha rivelato che il 46% degli americani sosterrebbe la candidatura di Johnson alla Casa Bianca. E infatti sia i democratici che i repubblicani si sono presentati alla sua porta, ma almeno per il momento non si profila per lui un destino alla Arnold Schwarzenegger.

Il presente di The Rock è “The Smashing Machine”,

Il presente di The Rock è “The Smashing Machine”, che racconta tra luci e ombre la storia di Mark Kerr, leggenda delle arti marziali miste e dell’Ultimate Fighting Championship. Un progetto affascinante che coinvolge anche Emily Blunt e che vede l’ex wrestler chiamato a offrire una interpretazione emotivamente intensa, forse come mai prima. L’obiettivo è limpido, cristallino: dare una svolta alla sua carriera da attore. «Mi sono reso conto che forse non ricevevo queste opportunità perché avevo troppa paura di esplorare queste cose… Avevo così tanta voglia di avere un’opportunità di fare qualcosa di crudo, grintoso e di aprirmi. E, improvvisamente, “The Smashing Machine” è arrivato» ha raccontato in una recente intervista a “Vanity Fair”.

E non solo

Certo, prossimamente The Rock sarà ancora protagonista di blockbuster come il live action di “Oceania” oppure il titolo Disney “Monster Jam”. Ma nel suo futuro c’è anche Martin Scorsese: sarà lui ad affiancare Leonardo DiCaprio nel thriller poliziesco ambientato alle Hawaii e al momento senza titolo. Per questo “The Smashing Machine” rappresenta un banco di prova decisivo: tra sangue, dolore e difficoltà personali – dai problemi di abuso di sostanze ai rapporti burrascosi con la fidanzata e gli allenatori – c’è molto dolore da esplorare nella vita di Mark Kerr.

Senza dimenticare che i film sui lottatori possono tracciare un solco per un interprete: “The Wrestler” di Darren Aronofsky ha rilanciato Mickey Rourke, mentre “Alì” di Michael Mann ha permesso a Will Smith di entrare a fare parte in pianta stabile dell’Olimpo di Hollywood. In più, Benny Safdie ha dimostrato di saper valorizzare i suoi protagonisti: in “Diamanti grezzi” (co-diretto con il fratello Josh) assistiamo alla più grande interpretazione di sempre di Adam Sandler. Insomma, per Johnson si tratta della migliore occasione possibile per dimostrare che oltre ai muscoli c’è anche un’anima.

di Massimo Balsamo

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