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Mengoni, emozionarsi ancora

Comunque vada questo Festival di Sanremo per Marco Mengoni è stato un vero trionfo, look eccentrico ma anche tanta umiltà Non porta bene di solito essere i superfavoriti fin dall’inizio del Festival. Ma comunque vada la finale, dall’inizio di questa edizione per lui, Marco Mengoni, è stato un trionfo. Standing ovation dell’Ariston, giornalisti in sala stampa concordi e unanimi, nessuna voce fuori dal coro. Tornava dopo dieci anni, durante i quali da giovane vincitore di “X Factor” si è trasformato in star a livello mondiale. Eppure non ha perso la capacità di emozionarsi, di sembrare in fondo ancora un ragazzino che su quel palco stava realizzando un sogno. Anche per questo, oltre che per la canzone e per le doti vocali innegabili, ha unito tutti. Giovani, meno giovani, presenti in sala e pubblico a casa. Mengoni ha giocato un’altra partita, con tutto il rispetto degli altri. A dimostrazione che non tutti quelli che escono dai talent perdono il contatto con la realtà. Lui ha mantenuto quello sguardo incredulo, come se in fondo ancora fosse tutto nuovo, tutto inaspettato. Una lezione, silenziosa, anche per tanti altri. Perché in fondo lui un po’ potrebbe permettersela, la spocchia di chi si sente arrivato. E invece no, si mette in gioco con gli occhi lucidi e le mani che tremano. Pronto a qualsiasi risultato. Mai sopra le righe, mai fuori posto. Certo eccentrico nei look, ma sempre garbato, quasi ancora timido. Sul palco come nel raccontare la vita personale. Eppure è eccellente, con un microfono in mano. Capace di dominare il palco, di arrivare dritto senza sbavature all’ennesima dimostrazione di un talento superiore. È con quelli come lui che i talent spesso criticati dimostrano invece tutta la loro importanza. Da lì proviene. Non ultimo e non unico, certo. Ma assolutamente impareggiabile, in questa edizione di Sanremo. Vinca oppure no, per la sua carriera in fondo farà poca differenza. Certo sarebbe incredibile non vincesse. Però il messaggio è arrivato forte e chiaro ed è un messaggio di cui tutta la musica italiana deve essere felice. Perché la nostra musica gode di ottima salute. E ci saranno, ci auguriamo, altri Mengoni. Diversi, certo, ma speriamo con lo stesso carisma e lo stesso savoir faire. Con quella stessa capacità di essere grande e farsi piccolo. Con quello sguardo perso eppure assolutamente sempre presente. Intanto godiamoci questo fino alla fine del Festival, che nonostante le voci critiche e le polemiche rimane sempre un gran bello spettacolo. Di Annalisa Grandi 

Evidenza, sanremo2023, spettacoli


Annalisa Grandi

Ho 38 anni, odio la noia, amo la scrittura da quando ho memoria e da 15 anni questa passione è diventata anche il mio lavoro

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