Scampia senza retorica con Daniele Sanzone
Daniele Sanzone debutta come autore di un romanzo giallo con l’obiettivo di raccontare Napoli e Scampia senza retorica
Scampia andata e ritorno, fra musica e letteratura. È la strada percorsa da Daniele Sanzone, già noto come autore e voce della rock band ‘A67 che per anni ha portato sui palcoscenici di tutta Italia il dolore, l’energia, la forza del quartiere a Nord di Napoli. Oggi debutta come autore di un romanzo giallo – “Madre Dolore. La prima inchiesta del commissario Del Gaudio” (Les Flaneurs Edizioni) – che porta il lettore a immergersi, attraverso un ritmo armonioso e sincopato, fra blues e rock, in una Scampia inedita, lontana dalle polarizzazioni e dagli stereotipi.
A guidare il racconto è lo sguardo di Mirco Del Gaudio, poliziotto pragmatico e idealista, ex pugile e capo del Commissariato di Scampia, chiamato a risolvere un caso di apparente suicidio ma anche a fare un po’ di ordine nella sua complicata vita privata. «Ogni scrittore dovrebbe parlare di ciò che meglio conosce. Io sono nato e cresciuto a Scampia. Per me è sempre stata ‘casa’, quindi ho trovato naturale ambientare qui il mio primo romanzo» spiega Sanzone.
Nelle pagine di “Madre Dolore” non c’è traccia della Scampia militarizzata dalla camorra o dell’‘altra’ Scampia, quella del racconto benevolmente oleografico su associazionismo e volontariato, «ma quando si parla di questo quartiere si tende a evidenziare solo il bene o solo il male» sottolinea Sanzone.
La Scampia del commissario Del Gaudio è invece una realtà sfaccettata, per certi versi inedita anche per lo stesso autore. «Per me, cresciuto in una piazza di spaccio, il poliziotto era lo ‘sbirro’ corrotto che chiudeva gli occhi di fronte ai boss» continua Sanzone. «Mai avrei immaginato di mettermi nei panni di un commissario ma, con il tempo, ho avuto la possibilità di conoscere poliziotti veri, come gli ex capi del Commissariato di Scampia, Michele Spina e Bruno Mandato, che erano qui negli anni terribili della faida di camorra. Venire a contatto con il lato umano del loro lavoro, conoscere da vicino i ragionamenti e le strategie sul territorio mi ha fatto cambiare approccio».
Mettersi nei panni di un uomo che fa il poliziotto a Scampia ha significato per l’autore vedere la realtà di tutti i giorni da un altro punto di vista: «La vera sfida è stata quella di provare a raccontare Scampia come una realtà di periferia, con i suoi problemi, certo, ma senza tutta la retorica che ne ha sempre accompagnato la narrazione».
Fra grattacapi personali, una figlia trascurata a causa del lavoro e le continue sfide del territorio, Mirco Del Gaudio sembra essere un tipo che ha ancora molto da dire. Su Scampia e su Napoli. «La possibilità di aprire le storie del quartiere a uno sguardo diverso, quello di un commissario con un vissuto particolare, mi stimola a nuove avventure. Del resto, in una città come Napoli e in un quartiere come Scampia, le storie non finiscono mai».
di Valentina Monarco