Morta di tumore senza aver potuto riabbracciare suo figlio
A causa della macchinosa burocrazia italiana, una mamma di 47 anni, malata di tumore, non ha potuto riabbracciare suo figlio di 12 anni prima di morire Oltre quale limite la burocrazia diventa disumana? Sì perché è un pugno allo stomaco la vicenda di una mamma di 47 anni, malata di tumore, morta senza poter rivedere suo figlio di 12 anni. Una storia assurda: la donna aveva lasciato il marito e l’aveva denunciato per maltrattamenti. Accuse per cui è ancora in corso il processo a carico dell’uomo. Ma questo c’entra solo in parte. Cioè c’entra perché rende il tutto ancora più inaccettabile. L’ex insegnante aveva preferito che il figlio minore restasse a vivere con il padre perché lei doveva sottoporsi a sedute di chemioterapia, ma il giudice aveva stabilito che l’uomo dovesse fargli incontrare il bimbo almeno una volta al mese. Peccato che questo non sia mai avvenuto. E così a lei è toccato ricorrere a vie legali, per chiedere semplicemente ciò che le spettava di diritto. E quando le sue condizioni di salute si sono aggravate la richiesta si è fatta ancora più urgente. Il giudice che ha esaminato il tutto però nei giorni scorsi si è riservato di decidere sulla vicenda. Peccato che non ci fosse più tempo. Così questa donna, devastata da un male incurabile, si è spenta senza neanche poter riabbracciare suo figlio. Una storia talmente terribile da sembrare surreale e invece è accaduta proprio nella nostra Italia. Una storia che deve far riflettere su come il limite che separa la burocrazia dalla vita reale arrivi a causare danni enormi. In questo caso, irreparabili. Non solo per lei che non c’è più ma probabilmente anche per il suo bambino che nemmeno ha potuto dire addio alla madre. Di Annalisa Grandi