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Zucche vuote e streghe a spasso

Come ogni anno ritorna Halloween e i festeggiamenti dei defunti. Con l’aumento del 60% di segnalazioni al Numero Verde nazionale “Antisette” e un cospicuo bilancio di feriti e infortuni, ha ancora senso festeggiare una tradizione d’oltreoceano che non ci appartiene?
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Zucche vuote e streghe a spasso

Come ogni anno ritorna Halloween e i festeggiamenti dei defunti. Con l’aumento del 60% di segnalazioni al Numero Verde nazionale “Antisette” e un cospicuo bilancio di feriti e infortuni, ha ancora senso festeggiare una tradizione d’oltreoceano che non ci appartiene?
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Zucche vuote e streghe a spasso

Come ogni anno ritorna Halloween e i festeggiamenti dei defunti. Con l’aumento del 60% di segnalazioni al Numero Verde nazionale “Antisette” e un cospicuo bilancio di feriti e infortuni, ha ancora senso festeggiare una tradizione d’oltreoceano che non ci appartiene?
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Come ogni anno ritorna Halloween e i festeggiamenti dei defunti. Con l’aumento del 60% di segnalazioni al Numero Verde nazionale “Antisette” e un cospicuo bilancio di feriti e infortuni, ha ancora senso festeggiare una tradizione d’oltreoceano che non ci appartiene?
Halloween non ci piace – i morti non si festeggiano e non si ricordano con le zucche vuote in testa o le streghe a zonzo per le strade – e a volte fa pure male, non senza alcuni aspetti fantozziani. La Commissione governativa americana per la sicurezza dei beni di consumo, per dirne una, ha lanciato nelle scorse ore un invito alla prudenza per i festeggiamenti di Halloween. Una prudenza che dovrebbe, così sperano le autorità Usa, contribuire a evitare un bilancio di feriti e infortuni per questa festa dark: stando ai dati sarebbero infatti circa 3.600 gli accessi, ogni anno, che si registrano nei Dipartimenti di emergenza degli ospedali degli Stati Uniti per incidenti avvenuti nella notte di Halloween o durante la preparazione dei festeggiamenti. I dati della Commissione rivelano pure alcuni aspetti tragicomici, attribuendo la prima causa delle ferite all’intaglio della zucca, per poi mettersela in testa (circa il 48% dei casi). Il 25% dei feriti sarebbe invece legato agli incidenti per montare o smontare le decorazioni oppure a inciampi e imprevisti durante il tradizionale percorso “Dolcetto o scherzetto?” (e negli Stati Uniti non hanno nelle loro strade le buche di Roma) mentre il restante deriverebbe da reazioni allergiche a trucchi e costumi o altri eventi simili. A parte le infermerie, che a ogni Halloween si affollano (gli incidenti, a esser onesti, avvengono anche per le feste di Capodanno dove le streghe non ci sono), l’aspetto centrale, che porta a farsi la domanda se abbia senso una festa del genere in Italia, è culturale. Sulle sue origini ci sono studi e opinioni diverse ma che si tratti di un rito pagano, e anche piuttosto tetro, è fuor di dubbio. Nel 2019, per l’ultimo Halloween prima della pandemia, l’agenzia Ansa riportava questa notizia: «In coincidenza con Halloween si registra un aumento del 60% di segnalazioni al Numero Verde nazionale “Antisette” istituito nel 2002 dalla Comunità Papa Giovanni XXIII in collaborazione con la Sas, Squadra antisette della Polizia di Stato». A chiamare, spiegava un comunicato della Comunità, «sono principalmente genitori e insegnanti. Sotto le mentite spoglie di una pseudo-festa, anche in scuole frequentate dai bambini più piccoli, viene propagandato il mondo dello spiritismo con la recita di filastrocche inopportune, l’esaltazione della stregoneria, del macabro, dell’orrore e dell’occultismo». È evidente che Halloween non possa essere ridotta al mondo dell’horror poiché rimane una festa, ormai di massa, per la maggior parte combattuta a colpi di dolcetti e scherzetti o di grandi bevute. È un fatto però che la tradizione in cui affonda non è italiana e non si capisce perché abbiamo aderito a un rito di massa che non ci appartiene e che è pure esteticamente brutto. Se proprio volevamo curiosare sui misteri e sul male, anziché metterci una zucca arancione sulla capoccia potevamo leggere l’inno “A Satana” del poeta Giosuè Carducci, uno che non avrebbe mai scritto una rima così stupida come «dolcetto o scherzetto».   Di Massimiliano Lenzi

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