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Finisce l’era Trump-Brexit

Il multilateralismo riprende il suo posto dopo la stagione dei nazionalismi travestiti da sovranismi.
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Finisce l’era Trump-Brexit

Il multilateralismo riprende il suo posto dopo la stagione dei nazionalismi travestiti da sovranismi.
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Finisce l’era Trump-Brexit

Il multilateralismo riprende il suo posto dopo la stagione dei nazionalismi travestiti da sovranismi.
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Il multilateralismo riprende il suo posto dopo la stagione dei nazionalismi travestiti da sovranismi.
I risultati ottenuti a Bali superano i comunicati ufficiali e le foto di rito con i sorrisi da paresi facciale. C’è sostanza, buona. C’è un cambio di ritmo, se non proprio una svolta. Il multilateralismo riprende il suo posto, dopo la stagione dei nazionalismi travestiti da sovranismi, dopo i politici che cercavano la rottura dei toni per vincere le elezioni. Il tragico errore di Putin ha dimostrato che le politiche del “prima” questo o quel Paese finiscono con il nuocere agli interessi che si pretende difendere. Prima la ragionevolezza, se si vuole prosperare. La presidente Meloni può ben essere soddisfatta dell’incontro con il capo cinese. Forse chiedergli che l’Italia possa vendere in Cina più beni di qualità (lusso) non era necessario, nel senso che ne comprano molti e ne vorrebbero di più, ma è evidente che il rapporto non può che essere di reciprocità e quindi – al netto delle questioni di sicurezza nazionale – anche noi non porremo ostacoli pretestuosi alle importazioni. Fine del bilateralismo suicida che portò il primo governo Conte a firmare la “Via della seta”. Ben tornato il multilateralismo dei commerci. Questo metodo ha enormemente accresciuto la sicurezza e la ricchezza, nel mondo. La stagione della globalizzazione, apertasi dopo il crollo dell’impero sovietico (1990) ha consentito a un miliardo e 200 milioni di umani di sconfiggere la fame. Le distanze si sono rattrappite. Costumi e linguaggi sono stati globali, come i mezzi per comunicare. Non è arrivata dove le guerre hanno chiuso le frontiere o dove le teocrazie hanno provato a chiudere le menti (forza donne e uomini d’Iran!), ma questa esplosione di felicità e produttività ha migliorato il mondo. Ha avuto anche contraccolpi negativi, specie nel mondo che era già ricco prima. Le delocalizzazioni hanno consentito anche ai meno abbienti di accedere a consumi più abbondanti, ma hanno fatto perdere posti di lavoro. Per le fasce più protette o ricche la concorrenza ha consentito di navigare il mondo, per le meno protette e più povere ha significato vedere il mondo entrare a gamba tesa nei propri equilibri economici. È questa roba, mal governata, ad avere alimentato i sovranismi. Come per Brexit, nuocciono a chi li adotta ma nell’adottarli si ha consenso perché sembrano risposte ai disagiati. Tanto più che gli agiati, anziché lavorare sulle politiche sociali, si abbandonavano a discorsi moralistici. Una data simbolo è il 2016, che portò anche all’elezione di Trump. I risultati sono stati pessimi. A Bali il mondo della convenienza e della convivenza ha dovuto usare il multilateralismo per impedire il contagio putiniano. Il caso ha voluto che nelle stesse ore si sia verificato un incidente che avrebbe potuto far schizzare la tensione alle stelle, ma questa è stata smorzata immediatamente. Quello è il gioco di chi vuole distruggere, non di chi trova convenienza a costruire. Meloni e Xi che parlano di 250 aerei Atr (li facciamo noi e i francesi, tanto per ricordare che è bene finirla con le sciocchezze, di cui s’è abbondato) non sono certo la replica del trumpismo che pur piacque – tanto – alla destra italiana. Sono l’opposto. E tutto questo non è stato detto o previsto: è accaduto. La sinistra, che si è trovata a governare l’ascesa della globalizzazione, ne ha esaltato gli aspetti positivi, fino a restarne incantata e scambiarla per un liberismo che non è e non conosce. La destra, che si è trovata prevalentemente all’opposizione, ha cavalcato l’antiglobalismo tornando ai colori del nazionalismo, al punto che una parte di quella destra s’è scoperta a sdilinquirsi (peggio se gratis) per un criminale che dichiarava guerra al nostro mondo. Il multilateralismo ritrovato non è il paradiso terrestre ma lo strumento adatto a governare interessi e sogni in contrasto, per vivere in un mondo multilato anziché mutilato. Il bilateralismo favorisce la prepotenza, elargendo benevolenza a chi si accoda obbediente. Il multilateralismo favorisce la convenienza. Starci come Unione europea la moltiplica. Di Davide Giacalone

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