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Irriverenza calcistica in vernacolo

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L'”identikit” degli allenatori delle tre principali squadre di serie A: Sarri, Allegri e Spalletti. Tutti e tre accomunati dalla propria terra d’origine, la Toscana.

Irriverenza calcistica in vernacolo

L'”identikit” degli allenatori delle tre principali squadre di serie A: Sarri, Allegri e Spalletti. Tutti e tre accomunati dalla propria terra d’origine, la Toscana.
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Irriverenza calcistica in vernacolo

L'”identikit” degli allenatori delle tre principali squadre di serie A: Sarri, Allegri e Spalletti. Tutti e tre accomunati dalla propria terra d’origine, la Toscana.
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I tre “amici miei” del pallone: Maurizio, Massimiliano e Luciano. Nulla come lo spirito toscano spinge al parlar verace e i tre allenatori di calcio di serie AMaurizio Sarri, Massimiliano Allegri e Luciano Spalletti – rispettano l’usanza. Cominciamo dal primo, Sarri, allenatore della Lazio. Alla domanda su cosa ne pensasse del provvedimento francese che ha vietato la trasferta Oltralpe ai tifosi biancocelesti perché considerati pericolosi e violenti, ha risposto piccato: «Ma il provvedimento chi l’ha fatto?». Il ministro dell’Interno francese. «Allora, se fossi Lotito lo inviterei a veder le partite della Lazio, capisce da solo d’ave’ detto una cazzata». Quanto a sapidità il livornese Massimiliano Allegri, tecnico della Juventus, non è secondo a nessuno. In questi giorni ha rimbalzato quelli che volevano curiosare dentro la fine della sua storia con Ambra. Appassionato di ippica, usa spesso metafore delle corse per parlar di pallone. «A 5 anni scommettevo già sui cavalli, perché a Livorno andavo con la mi’ nonna all’ippodromo. Analogie coi calciatori? Molte, infatti Benatia l’ho mandato al prato». Maurizio, Massimiliano e infine Luciano, Spalletti. Allenatore del Napoli in testa alla classifica, sul romanista Francesco Totti ha regalato una delle sue battute più feroci: «Son felice d’aver dato la possibilità a Totti di fare una fiction. Mi dispiace che non abbia avuto grande successo, ricevendo delle critiche. Se me lo avessero detto prima, io un paio di scene per fare il pieno ce le avevo». Fine (per ora).   Di Aldo Smilzo

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