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La dinamicità dell’Ucraina umilia l’apatia russa

Colpite le basi dei bombardieri strategici nel cuore del territorio del Cremlino
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La dinamicità dell’Ucraina umilia l’apatia russa

Colpite le basi dei bombardieri strategici nel cuore del territorio del Cremlino
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La dinamicità dell’Ucraina umilia l’apatia russa

Colpite le basi dei bombardieri strategici nel cuore del territorio del Cremlino
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Colpite le basi dei bombardieri strategici nel cuore del territorio del Cremlino
È un’altra gelida mattina alla base aerea “Engels-2” delle forze aerospaziali russe. Dalle sue piste, situate 14 chilometri a Est di Saratov (capoluogo dell’omonimo oblast’), partono alcuni dei bombardieri strategici di Mosca impiegati nei costanti bombardamenti della rete elettrica ucraina, distante 500 chilometri verso Ovest. Dimitrij si incammina nella bruma, attento a non scivolare mentre si dirige verso gli hangar per rifornire gli aerei prossimi ad attaccare. Il loro volo li porta, di solito, a pochi chilometri dai confini riconosciuti a livello internazionale per poi sganciare il loro carico di missili Kh-101 e Kh-555 ben al riparo dalla contraerea giallazzurra. Di solito, ma non stavolta. Le orecchie di Dimitrij sentono infatti un’esplosione del tutto inconsueta, così lontana dal fronte. Quando corre verso il luogo dello scoppio vede tre aerei in fiamme e il personale di terra che sta tentando di spegnere gli incendi. Sono i preziosi Tu-95ms e Tu-22m3 che bersagliano da settimane il Paese dei Girasoli. Una voce riporta che anche l’aeroporto militare “Dyagilevo”di Rjazan’ (città a 160 chilometri a Sud-Est di Mosca e a 466 chilometri dall’Ucraina) abbia subìto un attacco simile. L’abbattimento a terra di almeno 3 insostituibili velivoli della flotta di bombardieri strategici del criminale Putin è il probabile motivo per cui ieri solo 70 missili (e non gli usuali 100) hanno penetrato lo spazio aereo di Kyïv, venendo peraltro quasi tutti intercettati. Un altro mezzo miliardo di dollari siloviki è andato in fumo a fronte di risultati sempre meno efficaci all’aumentare delle difese aeree degli aggrediti. Non è chiaro come l’esercito di Zelens’kyj sia stato in grado di colpire i bersagli, situati a mezzo migliaio di chilometri dalla linea di contatto, ma che sia stato un drone o un’operazione partigiana si tratta di un colpo la cui audacia bellica dimostra per l’ennesima volta la dinamicità ucraina in questa guerra. Nell’altro campo il criminale di guerra Igor Girkin, detto Strelkov, è tornato invece dal suo giro in prima linea. Il suprematista russo è rimasto silente durante tutto il tour per evitare di dare qualsiasi informazione sui suoi movimenti e sui luoghi di pernottamento. Una misura di precauzione dovuta alla consistenza della taglia che gli ucraini hanno messo sulla sua faccia patibolare e all’interesse della Corte internazionale di giustizia dell’Aja circa il suo coinvolgimento nell’abbattimento dell’aereo Mh17 nel 2014, carico di neerlandesi innocenti. Preoccupato di non sembrare troppo pessimista (e soprattutto di evitare l’accusa di “discredito delle forze armate russe”) cerca ora di descrivere con tutta la benevolenza possibile le sue fraterne Z truppen, senza comunque riuscirci: a suo dire i soldati russi sono ora preda dell’apatia, intenti a combattere per inerzia mentre i quadri di comando non sono capaci di formulare le condizioni di vittoria. L’esercito del Cremlino ha infatti abbandonato ogni idea di avanzata – eccetto che a Bachmut – e sta cercando di approntare una “Linea Surovikin” di difesa che va dal fiume Nipro a Belgorod. L’intenzione è quella di congelare il fronte in attesa che vengano tempi più favorevoli per l’aggressore, ma intanto le offensive ucraine montano e la strada tra Svatove e Kreminna è già impraticabile per i russi. Tra dinamicità e apatia è facile immaginare chi prevarrà. Di Camillo Bosco

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