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La forza della ‘ndrangheta

Nelle trame della ‘ndrangheta che sta estendendo la sua operatività e giunge fino a introdursi nella gestione degli spazi pubblici
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La forza della ‘ndrangheta

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Nelle trame della ‘ndrangheta che sta estendendo la sua operatività e giunge fino a introdursi nella gestione degli spazi pubblici
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Nelle trame della ‘ndrangheta che sta estendendo la sua operatività e giunge fino a introdursi nella gestione degli spazi pubblici
La ‘ndrangheta ha spiccato il suo salto negli anni Settanta, periodo in cui è diventata una delle organizzazioni criminali più ricche grazie anche ai rapporti che strinse con l’eversione nera e con numerosi fiancheggiatori dentro l’apparato dello Stato. La sua storia risale intorno al XIX secolo, prevalentemente allocata nella sola Calabria per poi espandersi fino a essere considerata oggi l’organizzazione mafiosa più potente in Italia. La ‘ndrangheta è caratterizzata da una struttura molto chiusa costituita da alcune famiglie, le ‘ndrine. Non ha una vera cupola come la siciliana Cosa nostra ed è molto più radicata sul territorio nazionale. Non solo: ha peculiarità criminali diverse dalla camorra napoletana (con cui però stringe accordi per il traffico di stupefacenti nelle aree di competenza delle famiglie camorriste) e da oltre trent’anni ha rapporti con i cartelli della droga del Sud America (Colombia, Messico, Brasile). È diffusa in Canada e in Australia e non ha subìto il fenomeno del cosiddetto “pentitismo”, come è invece accaduto per Cosa nostra. Fatto che la rende spesso impermeabile, con relazioni tra ‘ndrine che non sempre sono individuabili dalle inchieste giudiziarie. Nel maggio 2022 è stato arrestato dopo anni di latitanza Rocco Morabito, impropriamente definito come il capo dei capi della ‘ndrangheta, certamente nome di spicco nella gerarchia criminale delle ‘ndrine. Originario di Africo (nella Locride, in provincia di Reggio Calabria), la sua ‘ndrina ha esteso negli anni ramificazioni a Milano, Varese, Como e Genova, oltre che in Paesi europei (Germania in primis) e in Sud America. La droga, cocaina in particolare, è il suo business principale. Su dieci carichi – che entrano dal Sud America attraverso la Nuova Guinea africana fino ai porti di Gioia Tauro, Livorno e Genova – due possono venire sequestrati dalle forze dell’ordine ma ben otto passano indisturbati. Insomma, è un classico rischio d’impresa che non limita più di tanto i mostruosi guadagni derivanti da questi traffici. Non c’è settore del commercio o dell’industria che non rientri nell’interesse di questa organizzazione. Accanto ai tradizionali interventi nella ristorazione (fonte utilissima per il riciclaggio di proventi illeciti), la ‘ndrangheta di recente ha messo gli occhi e i soldi sporchi anche nell’affare dei centri sportivi dove si pratica il padel. A Milano sono stati sequestrati otto campi, costruiti in modo abusivo rispetto alle autorizzazioni edilizie e nei quali il nipote del boss Melluso aveva riciclato 700mila euro. Ristorazione, edilizia, traffico di rifiuti tossici, traffico di rifiuti edili. Una capacità capillare in grado di estendere il sistema mafioso in aree imprenditoriali sempre più numerose e diversificate, giungendo a introdursi nella gestione degli spazi pubblici. Dai boschi della Sila ai grattacieli di Milano e non solo.   Di Andrea Pamparana

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