Sanità: Ordine medici, ‘investire su Ssn per continuare a curare tutti’
Roma, 16 gen. (Adnkronos Salute) – Dalla ricetta elettronica all’Educazione continua in medicina, dall’impiego dei laureati e degli specializzandi per far fronte alla carenza di specialisti a quello, in deroga al riconoscimento titoli, dei medici stranieri: questi i provvedimenti contenuti nel ‘Milleproroghe’ finiti sotto la lente d’ingrandimento della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, in audizione al Senato, presso le Commissioni riunite I (Affari Costituzionali) e V (Bilancio) che, per bocca del presidente Filippo Anelli, ha ribadito la necessità di “investire nel Servizio sanitario nazionale, per continuare a garantire universalità, eguaglianza ed equità”. Perché “la tutela della salute non può essere limitata da ragioni economiche”.
Anelli ha passato in rassegna i vari provvedimenti, accogliendo con favore la possibilità per il medico di continuare a inviare per mail o sms il promemoria o il numero della ricetta elettronica che “denota un chiaro nonché auspicato intento di velocizzare e semplificare il sistema nel primario interesse del paziente”. Bene anche la proroga della possibilità del reclutamento a tempo determinato di laureati in medicina e chirurgia abilitati all’esercizio della professione medica e iscritti agli Ordini professionali; va tuttavia chiarito che può essere applicata anche agli specializzandi, così come previsto, del resto, dallo stesso decreto ‘Cura Italia’.
“Tale intervento – ha sottolineato Anelli – evidenzia il grande problema della carenza di medici in molte regioni italiane: problema noto e denunciato da tempo. Bisogna cambiare paradigma sulla programmazione, sburocratizzare e rendere attraente la carriera con più risorse e più dignità del lavoro. La programmazione, che spetta alle Regioni, è stata impostata in questi anni sulla disponibilità di risorse economiche e non sulla reale esigenza di professionisti. La programmazione invece va fatta sulle reali esigenze e conseguentemente vanno trovate le risorse. Il tema della carenza di medici – ha continuato Anelli – è legato soprattutto a un problema di attrattività del Ssn che va risolto”.
“Inoltre, l’eventuale eliminazione del numero chiuso” alla facoltà di Medicina “determinerebbe diverse criticità: si rischierebbe di abbassare la qualità dell’offerta formativa se il numero di accessi diventasse troppo alto e, a livello più generale, non si riuscirebbe a garantire un effettivo impiego a tutti professionisti. Il punto è che l’accesso alla formazione in Medicina richiede una necessaria definizione dei fabbisogni. Dobbiamo insomma riuscire a formare il giusto numero di medici e affrontare tale questione in modo realistico. Corretta programmazione, però – ha sottolineato – non significa solo definire il numero degli ingressi al percorso formativo: significa anche aumentare i posti letto, e ricalibrare il numero di specialisti e di professionisti sanitari per paziente, per migliorare la qualità dell’assistenza”.
E ancora: appare urgente – secondo il presidente Fnomceo – un aggiornamento del tetto di spesa per il personale, fissato al monte salari del 2004 diminuito dell’1,4%, che limita le assunzioni. E, soprattutto, bisogna rendere più attrattivo il lavoro. “Molti colleghi lasciano per l’estero – ha riferito – dove gli stipendi sono migliori, e molti altri per le cooperative, dove il salario immediato è più alto e non ci sono ordini di servizio, per cui si può organizzare meglio la propria vita privata”. Dunque “l’organizzazione ospedaliera e territoriale deve essere, quindi, riformata”.
Infine, la questione dei medici stranieri. “Non vogliamo impedire ai colleghi extracomunitari – ha ribadito Anelli – di esercitare in Italia: quello che chiediamo è che siano verificati i loro titoli, le loro competenze e che sia controllata la loro adesione ai principi deontologici”. “Allo stato attuale – denuncia – non sono sottoposti né a una certificazione approfondita delle competenze da parte del ministero della Salute, né al controllo deontologico da parte degli Ordini, che non possono verificare neppure la conoscenza della lingua italiana. E questo, “crea disparità – ha sostenuto Anelli – rispetto ai professionisti italiani” e “nell’accesso alle cure, perché i cittadini, a seconda della Regione in cui vivono, vengono affidati a professionisti con competenze e vincoli deontologici non uniformi”. La Fnomceo chiede quindi di rivedere la normativa che, introdotta la possibilità della deroga per far fronte alla crisi sanitaria legata alla pandemia, l’ha poi prorogata ben oltre la fine dello stato di emergenza, sino al 31 dicembre 2023.
Infine, secondo la Fnomceo, necessita di un chiarimento la norma che dà tempo ai professionisti sino al 31 dicembre 2023 per acquisire i crediti formativi Ecm del triennio 2020-2022. Anelli ha anche proposto la possibilità di crediti compensativi, definiti dalla Commissione Ecm, per recuperare quelli non conseguiti nei trienni 2014-2016 e 2017-2019. E più in generale, ha sottolineato la necessità di migliorare e valorizzare il sistema della formazione continua che “a 20 anni dal suo avvio, richiede un rilancio delle sue attività”.
“In conclusione – ha concluso Anelli – ribadiamo la necessità di investire nel Servizio sanitario nazionale per continuare a garantire universalità, uguaglianza ed equità anche nelle cure, favorendo il più possibile il reclutamento di laureati in medicina e chirurgia abilitati all’esercizio della professione medica e iscritti agli Ordini professionali, non solo per fronteggiare l’emergenza pandemica, ma soprattutto per sopperire alle carenze di personale registrate su tutto il territorio nazionale. Bisogna far fronte al problema delle disuguaglianze di salute e per questo serve una riflessione comune, per comprendere le cause e trovare soluzioni. La finalità prevalente del sistema di sanità pubblica deve essere quella di assicurare prestazioni legate a un bene di primaria rilevanza nell’ordinamento quale la tutela della salute – che non può essere limitato da ragioni economiche”.
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