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lettera preside fascismo

Il fascismo e la lettera della preside impreparata in storia

Sul pestaggio davanti al Liceo Michelangiolo di Firenze una preside ha scritto che così è nato il fascismo. Evidentemente le interessava essere efficace, ma non precisa

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Il fascismo e la lettera della preside impreparata in storia

Sul pestaggio davanti al Liceo Michelangiolo di Firenze una preside ha scritto che così è nato il fascismo. Evidentemente le interessava essere efficace, ma non precisa

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Il fascismo e la lettera della preside impreparata in storia

Sul pestaggio davanti al Liceo Michelangiolo di Firenze una preside ha scritto che così è nato il fascismo. Evidentemente le interessava essere efficace, ma non precisa

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Sul pestaggio davanti al Liceo Michelangiolo di Firenze una preside ha scritto che così è nato il fascismo. Evidentemente le interessava essere efficace, ma non precisa

Sul pestaggio avvenuto davanti al Liceo Michelangiolo di Firenze in questi giorni si stanno esprimendo in parecchi. E in diversi stanno utilizzando un termine di paragone certo efficace ma non pertinente. È questo il caso della lettera della preside di un altro liceo ai suoi studenti, in cui ha scritto che «il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici lasciata a sé stessa da passanti indifferenti. È in momenti come questi che, nella storia, i totalitarismi hanno preso piede».

In verità non andò proprio così e quanto accaduto alcuni giorni or sono nulla ha a che vedere con il terribile periodo fascista.

Ammettiamolo, pochi termini hanno la stessa efficacia evocativa di “squadrismo” o “fascismo”. Peccato che poi nelle scuole non si studi proprio così bene quel periodo storico. Evidentemente anche alla dirigente scolastica non importava particolarmente fornire una informazione precisa quanto piuttosto lanciare un messaggio nella maniera più efficace possibile. Come poi puntualmente, grazie alla Rete, è avvenuto.

Non sottovalutare gli episodi di violenza è sicuramente opportuno. Ma lo sarebbe altrettanto insegnare ai ragazzi la storia italiana della prima metà del Novecento, perché diventi uno strumento per crescere migliori. Senza fare paragoni con un’epoca che per fortuna è passata e purtroppo farà sempre parte della nostra storia.

Di Gaia Bottoni

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