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Satta - Berrettini

Berrettini – Satta, quest’amore non s’ha da fare

Un Paese che conserva radici sessiste e che genera commenti negativi, dando “la colpa” alla Satta di “rovinare la carriera” di Berrettini
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Berrettini – Satta, quest’amore non s’ha da fare

Un Paese che conserva radici sessiste e che genera commenti negativi, dando “la colpa” alla Satta di “rovinare la carriera” di Berrettini
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Berrettini – Satta, quest’amore non s’ha da fare

Un Paese che conserva radici sessiste e che genera commenti negativi, dando “la colpa” alla Satta di “rovinare la carriera” di Berrettini
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Un Paese che conserva radici sessiste e che genera commenti negativi, dando “la colpa” alla Satta di “rovinare la carriera” di Berrettini
Il campione e la showgirl. L’evoluzione-involuzione dello schema calciatore-velina che ha dominato nel calcio italiano negli ultimi 20 anni. Uno schema appunto, un modo di pensare, un luogo comune. Melissa Satta, attuale compagna di Matteo Berrettini, “starebbe rovinando” la carriera del più forte tennista italiano, finalista a Wimbledon lo scorso anno, uscito da qualche settimana dalla top ten (ora è numero 23 al mondo), pure eliminato poche ore fa al primo turno del torneo di Indian Wells (California), il primo Master 1000 della stagione. Un trend topic sui social, una voce continua: la bellezza, il fascino, la “bella vita” di Berrettini con l’ex velina, tra l’altro (aggravante) ex fidanzata di Vieri, ex moglie di Boateng, una presenza mediatica costante.

Milano, Roma, feste, stadio, campi da tennis. Coppia fissa su copertine, siti, social, con una buona dose di visibilità alla coppia (che non fa mai male a chi vive anche di notorietà), ma che ha infastidito parecchio Berrettini, al punto che il tennista, in diverse interviste, si è sentito in dovere di ribadire che “l’amore non è mai una colpa” e che “gli insulti fanno male”. Insomma, che gli invidiosi sono sempre con il dito puntato.

In fondo, è sempre la stessa storia: l’unione tra personaggi conosciuti, con una forte esposizione mediatica, in un paese che conserva radici sessiste e a cui piace spiare dal buco della serratura, genera sempre dicerie e commenti corrosivi. 

L’aggravante è lo shit storm sui social network, con gli scatenati digitatori su tastiera che fanno subito “due più due”, che agganciano lo scarso stato di forma di Berrettini con la relazione con una modella-presentatrice, colpevole di “distrarlo”, forse portare sulla strada del peccato un professionista affermato, di 25 anni, che da almeno cinque anni gira il mondo. E che certamente, anche per l’aspetto estetico, non dovrebbe avere troppe difficoltà a relazionarsi con il sesso femminile o con chi desideri frequentare. Berrettini invece viene dipinto come il bello senz’anima e pure senza intelletto che, distratto dalla bellezza della compagna, si perde il tennis, si fa male in serie, gioca male, si allontana dal vertice. 

Il romanticismo, l’amore, il sesso – perché l’allusione di carattere sessista va a battere su questo tasto – sarebbe una distrazione. Lo schema è ripetuto: Vieri-Canalis e Borriello-Belen, per restare in ambito milanese, sono gli esempi più calzanti, ma ovviamente l’aneddotica è ricca anche in altre piazze rumorose, come Roma e Napoli. Si chiacchiera, si dice. In realtà la sfortuna di Berrettini sono gli infortuni che l’hanno parecchio segnato anche lo scorso anno, quando vinceva tornei e andava forte nei tornei del Grand Slam, nonostante gli impedimenti fisici. Quello al momento è il suo limite, la salute tennistica. Ovviamente, se tornerà a vincere tornei importanti lo schema si ribalterà: Berrettini vince grazie all’amore con Satta, all’entusiasmo nella vita privata che si trasferisce sul rettangolo di gioco.

Ma anche se il tennista italiano davvero avesse perso interesse per il suo lavoro, dedicandosi alle gioie dell’amore, del sesso, di quello che gli pare, resta un adulto dotato di libero arbitrio? Oppure deve reggere ancora l’immagine del  bambinone con il sorriso smagliante e la faccia d’angelo che si fa soggiogare dalla bellezza e dal fascino della stellina della tv? E così, l’immagine della compagna, rappresentata, delineata come simbolo del peccato, della distrazione. Davvero non si può fare meglio di così, noi tutti?

Di Nicola Sellitti

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