Proiettile in posta medico base, Ordini ‘tanti in fuga da Ssn, intervenire’
Milano, 4 apr. (Adnkronos Salute) – “Dobbiamo fermare la fuga dei medici e dei professionisti sanitari dal Servizio sanitario nazionale. Le aggressioni, la carenza di personale e soprattutto i carichi di lavoro aumentano il rischio clinico. Ogni giorno i medici sono oggetto di una campagna mediatica sui danni presunti in sanità, minando la serenità dei professionisti, già aggravata da un ricorso massivo, spesso improprio, alle prestazioni sanitarie. Né si può pensare di arginare questo fenomeno limitando il numero e la tipologia di esami che i medici possono prescrivere: un nuovo ‘Decreto appropriatezza’ sarebbe, come l’altro, bocciato dalla Corte costituzionale”. Per Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), “servono risorse e provvedimenti legislativi per fermare questo esodo. Serve uno scudo penale che ridia serenità ai medici, che consenta ai cittadini di ottenere, in tempi ancora più rapidi, il giusto riconoscimento dell’eventuale danno subito senza che il medico sia trascinato in un tribunale per la sua condotta professionale”.
Un provvedimento, dice, “che riproponga quanto già sperimentato durante il Covid e che consenta di porre un argine alla grande fuga dei medici dal Ssn”. A innescare la riflessione di Anelli è stato lo sfogo di una dottoressa del Vicentino, oggetto di continue minacce e aggressioni verbali, fino all’ultimo gesto intimidatorio: un proiettile nella cassetta della posta. Il medico di famiglia, stanca di questi episodi, ha confessato che medita di mollare tutto. Anelli si dice amareggiato e, in una nota, sottolinea: “Un numero sempre maggiore di medici vuole lasciare il Servizio sanitario nazionale anche per scarsa attrattività di un sistema che non li tutela, né li remunera in maniera adeguata”.
“Apprezziamo – prosegue – la volontà del ministro della Salute Orazio Schillaci di aumentare il Fondo sanitario nazionale, portandolo a 131 miliardi per ridurre il divario tra finanziamento e una spesa sanitaria che oramai si è attestata lo scorso anno a 133 miliardi. Continuiamo a pensare, tuttavia, che occorra un finanziamento straordinario che vincoli le risorse sul potenziamento del personale e dei professionisti sanitari. Molti analisti sanitari stimano in 30 miliardi questo stanziamento, che servirebbe per pagare gli stipendi ai professionisti sanitari oggi assenti sul territorio, aumentare le remunerazioni ai medici, sia in ospedale che sul territorio, e ai professionisti della salute, aumentare il numero degli addetti in sanità, garantendo a tutti gli operatori sanitari un welfare sociale ancora oggi assente in larga parte del Paese. Servono infine modifiche al Dl Bollette nella parte in cui si creano differenze tra medici, come ad esempio tra medici di diversi reparti o, nell’ambito dell’emergenza-urgenza, tra quelli che operano nei pronto soccorso e quelli che operano nel servizio 118”.
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