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taglio tasse figli

Giorgetti, le tasse tagliate e i bambini

Una proposta ricondotta al ministro Giorgetti prevederebbe una massiccia detrazione fiscale per chi fa figli, ma serve esplorare anche altre strade suggerite dall’estero
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Giorgetti, le tasse tagliate e i bambini

Una proposta ricondotta al ministro Giorgetti prevederebbe una massiccia detrazione fiscale per chi fa figli, ma serve esplorare anche altre strade suggerite dall’estero
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Giorgetti, le tasse tagliate e i bambini

Una proposta ricondotta al ministro Giorgetti prevederebbe una massiccia detrazione fiscale per chi fa figli, ma serve esplorare anche altre strade suggerite dall’estero
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Una proposta ricondotta al ministro Giorgetti prevederebbe una massiccia detrazione fiscale per chi fa figli, ma serve esplorare anche altre strade suggerite dall’estero
La buona notizia è che finalmente l’emergenza natalità ha conquistato le prime pagine e che il governo avrebbe deciso di prendere di petto il problema. È stato ipotizzato un intervento non privo anche di elementi spettacolari in termini di comunicazione, il che fa comprendere che ormai tutti gli allarmi sono suonati. Una detrazione fiscale massiccia a chi metta al mondo due bambini è una misura oggettivamente “rumorosa“, secondo i particolari della proposta ricondotta al Ministro dell’economia Giorgetti. Siamo ancora la fase dei sussurri e il tutto dovrebbe confluire in un disegno di legge. Per quello che è dato capire, il progetto sarebbe quello di ricorrere a tagli o sconti fiscali (sì è sussurrato fino a 10.000 €), anche sul modello del superbonus 110%. Rimanendo allo stadio della proposta politica e anche mettendo da parte il parallelismo con il superbonus non proprio felicissimo, resta la presa d’atto dell’assoluta urgenza. Solo che da questa a un provvedimento concreto, per tacere del dispiegarsi dei suoi effetti, i tempi rischiano di essere totalmente incompatibili con l’emergenza che stiamo vivendo e che porta anche a sbandate senza senso come quella del ministro Lollobrigida. C’è anche il tema costituzionale, perché un intervento così forte e al contempo limitato a cittadini che vogliano e possano mettere al mondo dei figli non sarà facile da modulare. Ci permettiamo di aggiungere che, anche in base alla preziosa esperienza maturata in Paesi a noi vicini, si potrebbe intervenire in tempi e con effetti rispettivamente minori e superiori lavorando sui servizi alla famiglia. Intendiamoci, mettere più soldi in tasca aiuta a prescindere, ma affrontando il tema da anni con donne e uomini di diverse fasce di età abbiamo maturato la ferma convinzione che a servire sul serio sia un sistema di servizi in grado di dare sicurezza, efficienza e concreta possibilità alle famiglie di gestire i propri tempi e le legittime aspirazioni personali di ciascuno. Parliamo di asili nido, una carenza clamorosa, ma non solo. I bambini hanno la curiosa tendenza a crescere e a presentare negli anni una gamma di esigenze via via diverse: in una società invecchiata e in cui possiamo chiedere sempre meno ai nonni – rispetto banalmente alle nostre generazioni – offrire alle coppie una rete di sicurezza a lungo termine potrebbe spingere sia le donne che gli uomini a considerare almeno un po’ prima la possibilità di avere dei figli. Anticipando ed evitando quell’angosciante effetto corsa alla maternità/paternità quando si approssimano i quarant’anni. Abbiamo bisogno di un sistema: i soldi sono fondamentali, ma possono non essere sufficienti, se pensiamo al nodo completamente irrisolto dell’occupazione femminile e allo sconcio delle donne chiamate a scegliere fra maternità (spesso la seconda, ma non di rado anche la prima) e la professione. Di Fulvio Giuliani

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