Nuova inchiesta su Sunak
Continua il trend scandalistico inglese: la moglie del primo ministro Sunak ha operato in Russia nonostante le sanzioni
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Nuova inchiesta su Sunak
Continua il trend scandalistico inglese: la moglie del primo ministro Sunak ha operato in Russia nonostante le sanzioni
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Nuova inchiesta su Sunak
Continua il trend scandalistico inglese: la moglie del primo ministro Sunak ha operato in Russia nonostante le sanzioni
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Continua il trend scandalistico inglese: la moglie del primo ministro Sunak ha operato in Russia nonostante le sanzioni
Londra – Quando era salito al potere, il primo ministro Rishi Sunak aveva promesso «integrità, professionalità e responsabilità a tutti i livelli» ma negli ultimi mesi il trend scandalistico inaugurato da Johnson con i suoi festini, le sue false dichiarazioni in Parlamento e i vari conflitti d’interessi non solo non si è arrestato ma è aumentato di intensità coinvolgendo lo stesso Sunak e sua moglie, l’imprenditrice milionaria Akshata Murty. Proprio lei era salita alla ribalta un anno fa quando la compagnia Internet Infosys, di proprietà della sua famiglia, aveva continuato a operare in Russia nonostante le sanzioni; più avanti, un nuovo scandalo l’aveva vista protagonista quando era emerso che utilizzava lo status di non domiciliata per evitare di pagare le tasse nel Regno Unito (una questione poi risolta con il pagamento di una multa di 30mila sterline).
Tra situazioni valutate di natura “seria” e altre viste come “triviali” (Sunak è stato multato per la partecipazione ai festini durante il lockdown e per non avere indossato la cintura di sicurezza), per oltre un anno non c’è stata settimana nella quale le prime pagine dei giornali britannici non abbiano denunciato conflitti d’interesse o aperte infrazioni alle regole da parte di esponenti del governo, creando un clima generalizzato di assuefazione alla sciatteria politica. Proprio ieri ha annunciato le sue dimissioni il vice premier e ministro della Giustizia Dominic Raab, dopo la consegna a Downing Street di un rapporto interno sulle accuse di comportamento aggressivo e bullismo nei confronti di alcuni suoi sottoposti. Se al principio gli scandali avevano indignato i britannici, impreparati a uno scenario nel quale i politici non si presentano più come esempi di moralità e integrità, ora appaiono come un “nuovo normale”, una realtà inflazionata di presunti reati commessi da esponenti del governo nel quale nulla stupisce o indigna per più di qualche minuto. Come indignarsi dopo che addirittura un ex ministro del Tesoro, Sajid Javid, finisce sotto inchiesta per evasione fiscale? Dopo questo tutto appare effimero.
La notizia della nuova inchiesta su Sunak – accusato di non avere dichiarato in Parlamento che la moglie era azionista di una compagnia, la Koru Kids, alla quale sono stati stanziati fondi nell’ultima manovra economica del governo – in altri tempi avrebbe fatto scalpore. Oggi invece si aggiunge alla lunga lista di scandali, spaccando l’opinione pubblica tra coloro che li ritengono mere invenzioni giornalistiche e chi invece cede alla disillusione che tali inchieste porteranno a qualcosa. Un po’ come da tempo succede in Italia, anche in Gran Bretagna si comincia a smettere di credere che saranno mai individuate responsabilità, che ci saranno conseguenze. Ogni notizia allora procede come un temporale estivo: parte con una cacofonia fra interpretazioni antitetiche a sinistra e a destra e titoli a tutta pagina, per perdersi poi all’orizzonte di nuovi scandali che incalzano o altri avvenimenti generali di politica interna o estera.
Intanto, in bilico tra i preparativi per l’incoronazione di re Carlo III, scioperi e rincari (le bollette energetiche quasi raddoppiate ad aprile al termine del supporto semestrale del governo), i britannici attendono le imminenti elezioni amministrative. I pronostici sono concordi su una ulteriore avanzata laburista.
Di Alessandra Libutti
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