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Regole e sicurezza

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L’incendio nella Rsa di Milano non è stato un caso: spuntano fuori errori e malfunzionamenti che fanno pensare ad una tragedia annunciata
Regole e sicurezza

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L’incendio nella Rsa di Milano non è stato un caso: spuntano fuori errori e malfunzionamenti che fanno pensare ad una tragedia annunciata
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L’incendio nella Rsa di Milano non è stato un caso: spuntano fuori errori e malfunzionamenti che fanno pensare ad una tragedia annunciata
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Un solo addetto, in servizio da appena due giorni. E che non aveva neanche le autorizzazioni per entrare nelle stanze, ma soltanto nei sotterranei e nei corridoi. Più dettagli emergono sull’incendio nella residenza per anziani di Milano “Casa per coniugi” e più quella che è avvenuta sembra purtroppo una tragedia annunciata. Gli impianti antifumo che da un anno e mezzo non funzionavano, un bando fatto dal Comune non ancora concluso, una persona incaricata di controllare da sola di notte una struttura enorme. Una catena di storture, di ritardi, di noncuranze. E sei anziani che ci hanno rimesso la vita ma il bilancio poteva essere ben più tragico. L’indagine per omicidio colposo plurimo a seguito di incendio accerterà le responsabilità. Certo non può non colpire che in una struttura che ospitava persone non autosufficienti ci si fosse fermati davanti alle lungaggini burocratiche di cui ha parlato lo stesso sindaco di Milano Sala. I bandi per i servizi hanno dei tempi non esattamente immediati e nel caso specifico, come ha tenuto a spiegare il primo cittadino, in realtà la gara d’appalto era stata vinta ma la Procura aveva stabilito che chi si era aggiudicato il servizio fosse inadatto; tutto era stato quindi bloccato da un’interdittiva antimafia. La nuova gara si era chiusa a giugno e si stavano esaminando le offerte. Esistono però modalità per provare a sopperire, quantomeno in modo decoroso, a un ritardo di questo tipo. Soprattutto quando si tratta di sicurezza. Si era concordata la presenza di un addetto. Peraltro lo stesso anche per un’altra struttura adiacente. Una sola persona, che non aveva neanche il potere di intervenire in caso di incendio ma soltanto di allertare i numeri di emergenza. Una sorta di guardiano notturno che, come lui stesso ha spiegato, non aveva neppure accesso alle stanze dei degenti non essendo un sanitario. E proprio da una stanza è partito il rogo. Messa così, non c’era modo di evitare quello che è successo. Una Rsa con 210 posti letto e la sicurezza antincendio gestita in questo modo. Da un’unica persona, appena arrivata. Ma sarebbe cambiato poco pure se fosse stata lì da anni. Ora il ministro della Salute Schillaci ha chiesto alle Regioni più controlli nelle Rsa e la chiusura di quelle non a norma. Ma questa dovrebbe essere sempre la prassi. A maggior ragione laddove si trovano persone non autosufficienti e quindi non in grado di chiedere aiuto o di provare a mettersi in salvo. di Annalisa Grandi

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