Meloni: “Tra Europa e Mediterraneo ci sia un dialogo tra pari”
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Conferenza sulle migrazioni tenutasi a Roma, tra gli obiettivi promuovere un nuovo modello di cooperazione tra Stati Europa e Mediterraneo

Meloni: “Tra Europa e Mediterraneo ci sia un dialogo tra pari”
Conferenza sulle migrazioni tenutasi a Roma, tra gli obiettivi promuovere un nuovo modello di cooperazione tra Stati Europa e Mediterraneo
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Meloni: “Tra Europa e Mediterraneo ci sia un dialogo tra pari”
Conferenza sulle migrazioni tenutasi a Roma, tra gli obiettivi promuovere un nuovo modello di cooperazione tra Stati Europa e Mediterraneo
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“E’ un grande onore accogliervi a Roma, per questa conferenza dedicata a sviluppo e emigrazioni, ringrazio il ministro Tajani, la delegazione del governo italiano, c’è anche il vicepremier Matteo Salvini, il ministro dell’Interno, ma ringrazio voi a uno a uno per aver accettato questo invito del governo italiano”. Così la presidente del consiglio Giorgia Meloni, intervenendo alla Conferenza internazionale su Sviluppo e Migrazioni, oggi pomeriggio alla Farnesina. “Io – aggiunge – spero che questa iniziativa possa essere la prima di molte altre iniziativa, la presenza qui dei massimi rappresentanti di oltre venti Stati, dimostra la consapevolezza che per affrontare le grandi sfide è fondamentale essere capaci di lavorare assieme”.
“Da oggi – sottolinea Meloni – inizia quello che mi piace chiamare il processo di Roma, che deve rafforzare il dialogo tra noi ma essere aperto. Ci tengo a essere chiara: inauguriamo oggi un dialogo tra pari, basato sul reciproco rispetto, quello tra Europa e Mediterraneo allargato non può essere un rapporto competitivo o allargato”.
“Noi abbiamo spesso approcciato la questione delle migrazioni e più specificamente da immigrazione non governata, dell’immigrazione illegale come un cosa che contrapponeva i paesi di partenza e di transito da una parte i paesi di approdo dall’altro. E invece non è così – ha continuato Meloni- , perché l’immigrazione illegale di massa danneggia tutti, danneggia ciascuno di noi, nessuno ne trae vantaggio se non le organizzazioni criminali che si arricchiscono sulla pelle dei più deboli, dei più fragili e che poi utilizzano la loro forza anche contro gli stati, mettendo a rischio la sicurezza dei cittadini, l’economia, la stabilità politica, l’equilibrio democratico”.
“E prima ancora degli stati tutto questo riguarda le persone, perché al centro dei flussi migratori ci sono soprattutto loro le persone vite, speranze, paure, sofferenza usati, sfruttati da organizzazioni criminali che seguono solamente la logica del profitto”.
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