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Tracciate le malattie legate all’epatite B e C in Europa

25 Agosto 2023

Roma, 25 ago. (Adnkronos Salute) – Tracciate per la prima volta, in Europa, le malattie correlate all’epatite B e C come cirrosi e tumore del fegato. Il Centro di studio e di ricerca sulla sanità pubblica (Cesp) dell’Università di Milano-Bicocca ha coordinato uno studio europeo per valutare il carico di incidenza, prevalenza, mortalità e anni di vita persi per disabilità a causa di questa patologie nel vecchio continente dal 2010 al 2019, per capire a che punto si trovino i diversi Paesi europei nel raggiungere l’obiettivo prefissato dall’Oms, eliminare l’epatite virale entro il 2030.

Lo studio, appena stato pubblicato su ‘The Lancet Public Health’, ha come primo autore Paolo Angelo Cortesi, ricercatore del Cesp, che si è avvalso della collaborazione col Global Burden of Diseases, Injuries, and Risk Factors Study, che coinvolge oltre 9mila ricercatori provenienti da più di 160 Paesi. A coordinare lo studio anche Lorenzo Giovanni Mantovani, direttore del Cesp, Simon I. Hay e Christopher J. L. Murray, rispettivamente professore e direttore dell’Institute for Health Metrics and Evaluation (Ihme) dell’Università di Washington.

Nel 2019 in Europa si sono verificati oltre 2 milioni di casi di epatite acuta B e quasi mezzo milione di casi di epatite C. Sono stati stimati 8,24 milioni di casi prevalenti di cirrosi correlata all’Hbv e 11,87 milioni di cirrosi correlata all’Hcv, con quasi 25mila decessi dovuti a cirrosi correlata all’Hbv e circa 37mila decessi dovuti a cirrosi correlata all’Hcv. Infine, si sono avuti 9mila decessi per cancro al fegato correlato all’Hbv e 23mila dovuti al cancro al fegato correlato all’Hcv. “Tra il 2010 e il 2019 – aggiungono Cortesi e Mantovani – il carico della cirrosi dovuta all’Hbv e Hcv è diminuito”.

“La cirrosi HBV correlata e l’epatite B acuta hanno mostrato le riduzioni più significative – spiegano – con un tasso di prevalenza sceso del 20,6% e un tasso di mortalità sceso del 33,19% per la prima e con un tasso di incidenza diminuito del 22,14% e un tasso di mortalità ridotto del 33,27% per la seconda malattia. Nel decennio non sono state osservate variazioni nei tassi standardizzati di incidenza, prevalenza, mortalità e anni di vita persi per disabilità per il cancro al fegato correlato all’Hbv e all’Hcv, mentre sono stati osservati aumenti nel numero assoluto di casi in tutte le età, +16,41%”.

Lo studio ha evidenziato anche che “nel 2019 l’Europa centrale e orientale hanno presentato tassi di mortalità per cirrosi e epatocarcinoma Hbv correlate più elevati rispetto all’Europa occidentale”.

Secondo Cortesi e Mantovani, “i risultati di questo studio hanno evidenziato notevoli e persistenti carichi di salute legati all’Hbv e Hcv in Europa, dimostrando che l’ambizioso obiettivo di eliminazione entro il 2030 è ancora lontano dall’essere raggiunto. La disponibilità di test diagnostici affidabili e interventi di trattamento e prevenzione costo-efficaci hanno creato le condizioni per rendere l’eliminazione dei 2 virus un obiettivo fattibile, come dimostrato da alcuni Paesi dove sono stati applicati con ottimi risultati. Tuttavia in molti altri Paesi i piani d’azione e le strategie sono ancora inadeguati o assenti, così come il finanziamento per la loro attuazione. Strumenti come questo sono fondamentali per capire se gli interventi implementati stiano portando o meno all’epatite virale entro il 2030”.

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