Nel mondo 78% aziende sanitarie ha subito un attacco hacker nell’ultimo anno
Roma, 6 set. (Adnkronos Salute) – Sempre più attacchi hacker nel settore sanitario. “Nell’ultimo anno il 78% delle aziende è stata vittima di incidenti informatici, il 60% dei quali ha avuto ripercussioni sull’assistenza ai pazienti”. E’ quanto emerge dal Global Healthcare Cybersecurity Study 2023 di Claroty, un sondaggio condotto su 1.100 professionisti di sicurezza informatica, ingegneria, It e networking provenienti da aziende del settore sanitario. Lo studio fornisce una panoramica dell’esperienza con gli incidenti di sicurezza informatica nell’ultimo anno, dello stato dei programmi di sicurezza e delle priorità future. Secondo il sondaggio, “il 47% delle aziende del settore sanitario ha citato almeno un incidente riguardante i sistemi cyber-fisici, come dispositivi medici e sistemi di gestione degli edifici: il 30% ha dichiarato che sono stati colpiti dati sensibili, come le informazioni sanitarie protette; il 15% ha subito un impatto grave che ha compromesso la salute o la sicurezza del paziente”.
“Un dato sorprendente – evidenzia il report – è che, tra gli intervistati che sono stati colpiti da un attacco ransomware, più di un quarto ha dichiarato di aver pagato il riscatto. Un altro dato degno di nota è che più di un terzo degli intervistati, nell’ultimo anno, ha dovuto sostenere costi per oltre 1 milione di dollari per incidenti legati alla sicurezza”.
“Il settore sanitario, dal punto di vista della sicurezza informatica, deve superare ancora molti ostacoli, come una superficie di attacco in rapida espansione, una tecnologia ‘legacy’ obsoleta, vincoli di budget e un’importante carenza, a livello globale, di talenti informatici – ha affermato Yaniv Vardi, Ceo di Claroty – La ricerca da noi condotta dimostra come le aziende sanitarie abbiano la necessità di ricevere pieno supporto dall’industria informatica e degli organismi di regolamentazione per proteggere i dispositivi medici dalle crescenti minacce e garantire la sicurezza dei pazienti”. Sempre secondo in risultati dello studio, l’aumento degli standard e delle normative ha contribuito a promuovere una maggiore sicurezza informatica, ma c’è ancora molto lavoro da fare: “Quasi il 30% degli intervistati ha affermato che le attuali politiche e normative governative non sono sufficienti a prevenire le minacce o che andrebbero almeno in parte riviste in tal senso”, sottolinea il report.
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