Pagliaro (Inca Cgil), ‘Covid è stato banco di prova per noi, raccolta sfida digitale’
Roma, 24 gen. (Adnkronos/Labitalia) – “La stagione del Covid per noi ha rappresentato un banco di prova straordinario che ha confermato l’esigenza e la necessità di questo istituto. Nella fase del Covid, infatti, siamo riusciti in breve tempo a modificare le nostre modalità di lavoro, a investire in tecnologia. Durante il Covid, è stato introdotto il mandato di patrocinio telematico che è quello che ci consente di lavorare anche a distanza. Ora che il mandato di patrocinio telematico è diventato strutturale, chiediamo una disciplina coerente perché oggi viviamo una fase in termini di digitalizzazione molto avanzata che ha anche qualche rischio”. Così, con Adnkronos/Labitalia, Michele Pagliaro, presidente del Patronato Inca Cgil.
Secondo Pagliaro, infatti, “spesso esistono anche faccendieri che usano lo Spid delle persone al pari del patrocinio telematico, e spesso dietro quelle modalità ci sono richieste di risorse, ovviamente richieste improprie, e non sempre la qualità dei servizi è di un certo tipo”. “Noi in questo momento di passaggio -ha continuato- vogliamo raccogliere la sfida che abbiamo di fronte, la digitalizzazione non fa paura al sistema dei patronati e non fa paura all’Inca. Anzi, noi vogliamo concorrere a determinare quelle modalità che potranno sviluppare nel futuro tutta quella che noi definiamo consulenza complessa e anche la partita dei cosiddetti ‘diritti inespressi'”.
Infatti, secondo Pagliaro, “nel nostro Paese l’automatismo non esiste e se oggi riflettiamo sulla condizione del lavoro che si è determinata negli ultimi decenni possiamo anche dire che una consulenza previdenziale è estremamente complessa perchè deve tenere conto di tantissimi fattori”. “Noi oggi vogliamo raccogliere la sfida e chiediamo al ministero che ci sia la possibilità di accesso alle banche dati storiche delle persone proprio perché nell’ambito di questa consulenza personalizzata, profonda, ci possa essere lo sviluppo di una prospettiva”, ha aggiunto.
Ma il patronato non dimentica le origini. “Il patronato nasce per intuizione dei nostri padri costituenti che a un certo punto hanno immaginato che ci potessere nell’ambito della Costituzione una previsione di come rendere fruibili tutti i diritti e le tutele di carattere previdenziale e socio-assistenziale. E l’articolo 30 della Costituzione è legato in qualche modo alla nostra attività”, ha ricordato.
“L’Inca è il patronato della Cgil, la nostra associazione promotrice, e nelle nostre sedi nel dopoguerra si imparava a leggere e scrivere e forse oggi per certi aspetti è come se la storia si ripetesse. Noi abbiamo infatti anche un’azione pedagogica -ha continuato- perché viviamo una stagione in cui diritti e tutele spesso sono attaccate a un flag e questo ovviamente necessita di correttivi perché se si dovessere sbagliare quel flag ci potrebbero essere problemi per le persone stesse”.
“L’elemento di riforma dovrebbe tenere conto di questi correttivi e quindi aggiornare la 152, aggiornare il paniere, e anche uno spazio per una tutela individuale, che è una tutela di prerogativa costituzionale”, ha concluso.
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