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Sla, in Italia terapia orodispersibile migliora autonomia personale

22 Marzo 2024

Roma, 21 mar. (Adnkronos Salute) – A causa della disfagia, quasi 8 persone con sclerosi laterale amiotrofica (Sla) su 10 hanno difficoltà ad alimentarsi. Tale condizione incide anche sulla capacità di deglutire cibi solidi e liquidi e – in quasi 7 casi su 10 – compromette l’aderenza terapeutica, limitando anche l’autonomia personale. Per rispondere ai bisogni dei pazienti, è oggi rimborsata anche in Italia la prima formulazione orodispersibile di riluzolo, l’unica terapia ad oggi approvata nel nostro Paese per rallentare la progressione della malattia. Il nuovo trattamento di Zambon consiste in una sottile pellicola da sciogliere sopra la lingua senz’acqua e senza necessità di sforzo muscolare da parte del paziente ed è così in grado di assicurare l’assunzione della dose precisa del principio attivo.

Attualmente – spiega una nota – oltre il 50% dei pazienti con disfagia frantuma le proprie compresse per poterle inghiottire e tale pratica può portare ad assumere fino al 42% di principio attivo in meno, compromettendo pesantemente l’efficacia del trattamento. “La disfagia – sottolinea Adriano Chiò, università degli Studi di Torino e direttore Sc Neurologia 1, Aou Città della Salute e della Scienza di Torino – condiziona la vita delle persone con la Sla: alle ripercussioni psicologiche e sociali del non poter più mangiare come un tempo si aggiungono anche quelle sull’aderenza al trattamento”.

Nel nostro Paese la Sla, malattia neurodegenerativa rara e progressiva, colpisce più di 6mila persone e si stima che ogni anno si registrino circa 2mila nuovi casi. “La Sla – ricorda Vincenzo Silani, direttore del Dipartimento di Neuroscienze dell’Irccs Istituto Auxologico Italiano a Milano – colpisce i motoneuroni, ossia le cellule nervose della corteccia motoria e del midollo spinale responsabili dei movimenti della muscolatura scheletrica volontaria, portando ad una progressiva paralisi. Ciò influisce fortemente sull’autonomia dei pazienti che devono fare progressivamente affidamento sui propri caregiver anche per quanto riguarda l’assunzione della terapia. La disponibilità di una formulazione orodispersibile di riluzolo ha un significato molto importante nella gestione della Sla, perché consente alla persona, soprattutto dalle prime fasi della malattia, di avere una maggiore autonomia nell’assunzione dell’unico farmaco ad oggi approvato dalle autorità per la terapia. Siamo infatti di fronte a una malattia con un forte impatto sia per il paziente, sia per tutti coloro che lo circondano, costretti ad affrontare un pesante carico emotivo e sociale”.

“Sappiamo che la Sclerosi laterale amiotrofica ha un impatto a 360 gradi sulla vita dei pazienti, influendo fortemente anche sull’indipendenza individuale. Coerentemente con la nostra vision ‘Innovating cure & care to make patients’ lives better’ supportiamo le persone nella loro esperienza di malattia facendo leva sui progressi scientifici. Siamo dunque particolarmente orgogliosi di poter mettere a disposizione anche della comunità Sla italiana una nuova formulazione terapeutica che la persona può assumere più facilmente e che comporta effetti positivi sia sull’aderenza terapeutica, sia sulla qualità di vita”. Così Rossella Balsamo, Medical Director Zambon Italia e Svizzera, commenta la disponibilità della formulazione orodispersibile di riluzolo.

Le patologie del Sistema nervoso centrale sono una delle aree della ricerca scientifica di Zambon, multinazionale farmaceutica nata a Vicenza nel 1906 e presente ora in 23 Paesi tra Europa, America e Asia. In Europa e in Italia – informa l’azienda – riluzolo è l’unico farmaco ‘disease modifying’ approvato per la Sla. Agisce sul glutammato, un messaggero chimico del cervello e del midollo spinale, che si ritiene possa causare la distruzione delle cellule nervose se presente in quantità eccessiva. La molecola è in grado di interrompere il rilascio di glutammato, aiutando così a prevenire i danni alle cellule nervose e ritardando la progressione della malattia. Uno studio scientifico ha evidenziato come l’assunzione quotidiana di riluzolo 100mg abbia determinato una sopravvivenza – definita come i pazienti in vita, non intubati per la ventilazione meccanica e non tracheotomizzati – significativamente più prolungata rispetto a coloro che avevano ricevuto il placebo.

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