Cavo: “Con nuova Car-T qualità vita buona per pazienti mieloma multiplo”
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Roma, 26 giu. (Adnkronos Salute ) – Ogni anno in Italia sono stimati circa 5.800 nuovi casi di mieloma multiplo, patologia neoplastica del midollo osseo “tipica dell’anziano; l’età media alla diagnosi, infatti, è pari a circa 70 anni”. Per questi pazienti c’è una nuova terapia cellulare “Ide-cel con Car-T. Stiamo parlando di un’indicazione per pazienti che sono già stati esposti ai tre principali agenti in uso nella terapia del mieloma multiplo e che hanno dimostrato una refrattarietà all’ultima linea di terapia”. Così all’Adnkronos Salute Michele Cavo, direttore dell’Istituto di Ematologia ‘L A Seràgnoli’, Irccs S. Orsola-Malpighi, Università degli Studi di Bologna e professore ordinario di Ematologia presso la stessa Università, in occasione della presentazione – oggi a Roma – di due nuove terapie cellulari in pazienti ematologici pretrattati, Car-T che hanno ottenuto dall’Aifa il via libera alla rimborsabilità.
“Questi pazienti storicamente nell’arco degli ultimi anni hanno rappresentato un bisogno terapeutico non soddisfatto con una durata di sopravvivenza inferiore a un anno e che può essere anche non superiore a 6 mesi – sottolinea Cavo – Quindi avere a disposizione una terapia che supera i meccanismi di resistenza e che è in grado di offrire delle risposte in circa l’80% di una popolazione di pazienti che hanno esaurito qualsiasi altra alternativa terapeutica è sicuramente un grande successo”.
Non solo, “la nuova terapia cellulare è in grado di offrire una durata di sopravvivenza che è di circa due anni con una qualità di vita buona, perché la terapia di cui stiamo parlando è una tecnica con una singola infusione ‘one shot’ e rappresenta sicuramente una grande possibilità offerta ai nostri pazienti”. Sulla platea di pazienti che possono accedere all’innovativa cura, l’ematologo non ha dubbi: “la cifra non è esattamente calcolabile anche perché al di là di quelle che sono le stime epidemiologiche bisognerà poi considerare le caratteristiche dei pazienti, della loro malattia e di eventuali comorbidità. Quindi sicuramente almeno in una fase iniziale ci sarà un processo di attenta selezione di questi pazienti”, conclude.
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