Il più grande e complesso “prisoner swap” tra Washington e Mosca
Il più grande scambio di prigionieri dai tempi della guerra fredda. 26 in tutto le persone liberate, tra cui il giornalista del Wall Street Journal, Evan Gershkovich. Trump all’attacco
Il più grande e complesso “prisoner swap” tra Washington e Mosca
Il più grande scambio di prigionieri dai tempi della guerra fredda. 26 in tutto le persone liberate, tra cui il giornalista del Wall Street Journal, Evan Gershkovich. Trump all’attacco
Il più grande e complesso “prisoner swap” tra Washington e Mosca
Il più grande scambio di prigionieri dai tempi della guerra fredda. 26 in tutto le persone liberate, tra cui il giornalista del Wall Street Journal, Evan Gershkovich. Trump all’attacco
Il più grande scambio di prigionieri dai tempi della guerra fredda. 26 in tutto le persone liberate, tra cui il giornalista del Wall Street Journal, Evan Gershkovich. Trump all’attacco
Avrebbe dovuto esserci anche Alexei Navalny nell’operazione gestita da Washington e che ha portato alla liberazione del giornalista Evan Gershkovich e di altri due americani, nello storico scambio di prigionieri tra Usa, Russia e altri cinque Paesi. Impresa che ha visto la fine dell’ingiusta detenzione del reporter del Wall Street Journal, dell’ex marine Paul Whelan, ma anche di oppositori e dissidenti russi come Vladimir Kara-Murza – con nazionalità russa e britannica, rimasto in carcere con una pena a 25 anni – Ilya Yashin, Oleg Orlov e Alsu Kurmasheva – giornalista russo-americana di Radio Free Europe – condannata per aver criticato la guerra in Ucraina. 26 in tutto le persone liberate.
Il Cremlino in cambio ha ottenuto una decina di detenuti, tra cui spicca Vadim Krasikov, il colonnello dell’Fsb condannato all’ergastolo in Germania per aver ucciso Zelimkhan Khangoshvili.
Si tratta del più grande e complesso “prisoner swap” tra Washington e Mosca dai tempi della guerra fredda, definita dal presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, come “un’impresa diplomatica e un potente esempio dell’amicizia degli alleati”.
L’unico ad esprimere dissenso è stato Donald Trump, che ha attaccato l’accordo -insinuando che sia sfavorevole per Washington e che siano stati spesi dei soldi – definendolo “un cattivo precedente per il futuro”. “Ho riportato a casa molti ostaggi – ha aggiunto il tycoon – e non ho dato un soldo al Paese avversario. Farlo è un brutto precedente per il futuro. È così che dovrebbe essere, o questa situazione peggiorerà sempre di più. Stanno estorcendo denaro agli Stati Uniti d’America”.
Di Claudia Burgio
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