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Mo: Tenenti (Unifil), ‘bombardamenti intorno a base quotidiani’

11 Ottobre 2024

Tel Aviv, 11 ott. (Adnkronos) – Se non annunciato, di certo neanche arrivato di sorpresa. Commenta così, in un’intervista a Repubblica, l’attacco israeliano sul quartier generale dell’Unifil a Naqura, nel sud del Libano, Andrea Tenenti, portavoce della missione delle Nazioni Unite nell’area. “I bombardamenti intorno alla base ormai sono quotidiani – spiega – quindi chi era all’interno non è stato colto di sorpresa. I livelli di allerta per la sicurezza erano già al massimo. Avevamo avuto già avvisaglie di pericolo reale, con colpi vicinissimi. Paradossalmente, ieri non è stato subito chiaro che la torretta era stata colpita, perché si trova all’estremità della base. Alcuni colpi arrivati nei giorni scorsi sembravano più vicini: ma poi i colleghi che erano a Naqura hanno capito che c’erano dei feriti, e tutto è cambiato”.

“Nella missione ci sono 10.400 caschi blu provenienti da 50 Paesi – afferma Tenenti, parlando della richiesta di Israele ai Caschi blu di allontanarsi – La decisione finale spetta al Consiglio di sicurezza, ma io posso dire che nessuno dei Paesi in questi giorni ha mai pensato ad andare via. Non è una nazione che può dirci cosa fare. È chiaro che i nostri movimenti in questa fase sono molto limitati. Due giorni fa ci sono stati attacchi nei pressi delle basi 131 e 132 dove stazionano gli italiani, proprio vicino alla Linea Blu e al cancello che separa il Libano da Israele: i militari erano nel bunker e ci sono rimasti. È chiaro che non pattugliamo più come prima. Ma abbiamo telecamere fuori, monitoriamo quello che succede e riferiamo al Consiglio di sicurezza. Capisco che se ne sia parlato poco perché tutta l’attenzione era su Gaza: ma Unifil è sotto attacco da un anno. E nonostante ciò continua a lavorare”.

“Per 18 anni – conclude – da quando è passata la risoluzione 1701, Unifil ha mantenuto la tranquillità nel sud del Libano, nonostante non siano mancati i momenti di tensione. Le critiche sono legittime, ma non spetta a Unifil implementare la risoluzione: spetta alle parti in causa. Noi abbiamo organizzato decine di trilaterali in questi anni per far parlare le due parti. Chi pensa che una soluzione radicale di tipo militare sia la risposta a mio parere sbaglia”.

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