Turismo, Tartu2024: in Estonia mille eventi per diffondere con la cultura l”Arte di sopravvivere’
Roma, 7 ott. (Adnkronos/Labitalia) – Mille eventi con l’obiettivo di raggiungere un milione di visitatori. Per una grande celebrazione culturale che ha l’ambizione di lanciare un messaggio preciso: imparare a sopravvivere all’oggi per costruire un domani migliore. E’ quanto va in scena a Tartu, la seconda città dell’Estonia e tra le più antiche dei paesi baltici (risale al 1030), che detiene nel 2024 il titolo di Capitale europea della cultura, condiviso con l’austriaca Bad Ischl e la norvegese Bodo. Una città con una ricca offerta culturale, fra mostre, eventi, conferenze e fiere, e che è il centro intellettuale e anche scientifico del paese baltico fin dai tempi dell’Impero russo: qui sono nati il primo teatro nazionale e il primo giornale, ma anche il primo Festival della canzone estone nel 1869.
Il progetto Tartu2024 coinvolge, insieme a questa città di 100mila abitanti, altri 20 Comuni del Sud Estonia, vale a dire un quarto dell’intera nazione: un’area al confine con la Russia, dove si parlano cinque lingue e dove convivono minoranze ed etnie diverse. E proprio in questa sorta di ‘laboratorio storico’ di convivenza, si è delineata quella road-map che, in una in una Estonia Tallinn-centrica, vuole far emergere una città che ha molto da offrire in termini culturali ma anche naturalistici, che vanta la più grande università del paese e si sta affermando sempre più come polo di innovazione.
Un progetto che ha nel suo claim ‘Art of Survival’ (‘Arte di sopravvivere’) anche il suo destino. Quando il percorso della Capitale europea della cultura è iniziato, nel 2017, infatti, nessuno si sarebbe immaginato quanti significati questo claim potesse assumere. Poi è arrivata la pandemia, che ha messo in seria crisi anche tutto il mondo dell’arte e della cultura, in tutte le sue forme, e ‘sopravvivere’ non era così scontato. Dopo, ancora, lo scoppio della guerra in Ucraina ha fatto tornare fantasmi del passato soprattutto qui, a pochi chilometri dalla Russia, sul fronte Est della Nato, in una città che durante il dominio sovietico fu completamente chiusa verso l’esterno. Ma pure i cambiamenti climatici si fanno sentire a questa latitudine, dove si era abituati a vedere i laghi ghiacciarsi in inverno e respirare aria fresca in estate.
Minacce o sfide di fonte alle quali l”Arte di sopravvivere’ diventa una necessità: un inseme di conoscenze, competenze e valori che ci aiutano ad affrontarle, a ristabilire un equilibrio e a costruire un futuro migliore. Un messaggio di forza e di speranza che Tartu2024 affida alla cultura e all’arte come strumenti di espressione e di affermazione. Così, da questa piccola città post-sovietica ai confini dell’Europa parte un grande progetto per il cambiamento, di cui il 2024 rappresenta solo l’inizio.
“Il tema di Tartu2024, ‘Art of survival’, vuole esprimere le capacità e i valori che dobbiamo sviluppare per vivere – spiega Kati Torp, direttore artistico di Tartu2024 – e che si possono interpretare in modi diversi. Un tema particolarmente sentito in una regione, il Sud Estonia, dove si parlano cinque diverse lingue e dove convivono culture differenti. Sopravvivenza culturale, quindi, ma anche ambientale a fronte del cambiamento climatico che stiamo vivendo, e certamente sopravvivenza anche in ottica di salute e di vita dopo la pandemia. Ma c’è anche una sopravvivenza degli eventi e della creatività rispetto ai problemi economici e alla continuità messa in discussione proprio nel periodo della pandemia”.
“Poi, con l’avvento della guerra in Ucraina, abbiamo ridisegnato questo significato – prosegue – anche in ottica politica. Con l’Ucraina condividiamo la storia e l’Estonia l’ha supportata molto, anche dal punto di vista culturale accogliendo molti rifugiati con varie strategie. Anche Tartu2024 ha aiutato i rifugiati, in collaborazione con altre istituzioni, ad esempio offrendo alloggio e opportunità agli artisti ucraini coinvolgendoli in progetti culturali. Questo supporto ha dato vita a un’installazione andata in scena quest’estate che voleva esprimere un caleidoscopio di emozioni. A febbraio abbiamo ospitato proiezioni di film organizzate da un regista di origini estoni-ucraine per raccontare la storia dal crollo dell’Unione Sovietica. A novembre, poi, si terrà un Forum culturale con istituzioni ucraine”. La guerra ha imposto, infatti, nuove condizioni anche per chi organizza eventi come Tartu2024, che rappresentano sicuramente una grande opportunità di inclusione. “La sopravvivenza oggi, quindi, non è una questione secondaria, anche se potrebbe sembrarlo in apparenza; è una questione che resta aperta di fronte ai continui cambiamenti”, osserva.
Tartu2024 è la più grande joint venture mai creata per la città e per il Sud Estonia. La Capitale europea della cultura, infatti, si avvale di una cooperazione trasversale con un forte contributo anche degli imprenditori locali. “Tartu2024 – ricorda Kati Torp – ha coinvolto 20 comuni della regione del Sud Estonia, ed è stato importante non solo come esperienza di cooperazione e di partecipazione ma anche per sviluppare una coscienza europea in località remote. In alcuni casi abbiamo prodotto direttamente i format, in altri abbiamo offerto supporto finanziario. Non abbiamo creato nuove infrastrutture ma sviluppato capacità organizzative dando supporto a iniziative locali. Ad esempio, aiutando nel processo di domanda per i fondi europei. Dunque, cercando di accrescere l’identità europea”.
“Il risultato più importante è stato proprio il cambiamento nelle persone, l’essere riusciti a cambiarne la mentalità, renderle più aperte verso l’Europa e verso la cultura. E’ stata una grande sfida e sono molto soddisfatta. E la chiusura di questo anno speciale non sarà una fine ma una continuazione”, assicura il direttore artistico tracciando un bilancio a due mesi dal closing, in programma il 30 novembre.
Il programma di Tartu2024, articolato lungo quattro linee guida (unicità, sostenibilità, consapevolezza e co-creazione), è molto variegato, al tempo stesso internazionale e locale, con eventi per tutte le età e in tutti i campi artistici, dalla musica alle arti visive, dalla gastronomia alle tradizioni. “Gli eventi sono molto partecipati, ce ne sono stati anche con 10mila persone. La sfida di ogni Capitale europea della cultura è quella di offrire qualcosa per ogni segmento della società, trovare un equilibrio, attrarre nuove audience e coinvolgere la comunità”, dice.
La partecipazione popolare, del resto, a Tartu, è una delle strategie che guidano il governo della città. Nelle decisioni, spesso i cittadini sono chiamati a dare il loro contributo di idee, proponendo risposte ai bisogni sociali o soluzioni alle infrastrutture necessarie. E’ stata la prima città in Estonia a introdurre un bilancio partecipato, dove i cittadini possono dire la loro su come utilizzare i denari pubblici e votare per la migliore destinazione. E non è raro trovare esposti plastici e rendering delle proposte popolari lungo il ponte pedonale più frequentato, che è anche uno dei simboli della città. Affacciato sul fiume Emajogi, che attraversa il centro e che fu una importante via di comunicazione quando Tartu faceva parte della Lega Anseatica, il ponte collega uno dei tantissimi parchi e giardini alla piazza principale. In questa, che è il cuore della città, ad attrarre i visitatori la facciata rosa e rossa del municipio, preceduta dalla statua dei ‘Kissing students’, installata nel 1998 e diventata oggi punto di incontro, ma soprattutto la Leaning House, ribattezzata la ‘torre di Pisa’, essendo un edificio pendente (poiché un lato era poggiato sulle mure medievali e l’altro su pilastri in legno che non hanno retto).
Architetture neoclassiche che hanno preso il posto delle costruzioni medievali andate distrutte con incendi e bombardamenti. La più imponente è sicuramente quella dell’Università di Tartu, il più grande ateneo dell’Estonia e uno dei più antichi dei paesi baltici (fondata nel 1632). Altre sedi e istituzioni universitarie si trovano nella collina che domina la città, in un grande parco, dove occupano il vecchio osservatorio, il vecchio teatro anatomico e persino la vecchia cattedrale, oggi museo universitario, di cui si possono ammirare le possenti rovine.
Poco distante la chiesa principale, St. John, con le sue mille statuine di terracotta, per contare solo quelle che si sono salvate delle duemila stimate nel Medioevo, in gran parte ricostruita dopo i bombardamenti della Seconda guerra mondiale come quasi tutta la città. Tra le zone che si sono salvate, i quartieri Karlova e Supilinn, oggi di tendenza, con le vecchie case di legno in stile Art Nouveau interrotte solo da qualche edificio di retaggio sovietico, che con la loro creatività i cittadini hanno pensato di rinnovare con colori accessi e murales. Originario di Tartu, tra l’altro, è il più famoso artista di street art estone, Edward von Longus, conosciuto in tutto il mondo. E la street art in città si trova ovunque, dai sobborghi ai ponti.
Una città creativa, Tartu, parte del ‘Network delle città creative Unesco’, e una città studentesca, giovane e per i giovani. Città universitaria ma anche città smart, dove tutto è a portata di un quarto d’ora, da girare a piedi e in bicicletta. Con una università frequentata da studenti di tutto il mondo e sempre in cima al ranking mondiale, da cui è uscita quella che poi è diventata l’élite politica e culturale del paese, oggi Tartu è diventata un hub per startup e innovazione digitale, dove centri di ricerca e mondo imprenditoriale vanno a braccetto. Qui hanno sede realtà innovative, ormai diventate multinazionali, come Pipedrive e Foxway.
Non a caso, la Jci (Junior Chamber International), rete globale e no profit che promuove lo sviluppo della leadership e l’empowerment nei giovani professionisti, ha scelto Tartu per l’appuntamento della Baltic Conference che si è svolta dal 19 al 22 settembre, organizzata da Jci Estonia guidata da Merlin Mangel. “E’ un evento molto importante – afferma – per la nostra organizzazione, in cui cerchiamo di mettere a fattor comune le nostre esperienze e favorire la crescita personale di ciascuno. Un’occasione di scambio e di dialogo aperta a giovani imprenditori e professionisti e a chiunque voglia avvicinarsi al nostro mondo. Quest’anno non potevamo non farla a Tartu: gli obiettivi del progetto Tartu2024, il suo claim l”Arte di sopravvivere’, rispecchiano perfettamente il nostro spirito”.
Innovazione e tranquillità, tradizione e cultura, spirito innovativo e arte eccentrica convivono a Tartu, in un mix che attrae sempre più visitatori. E a dare una mano al turismo, non solo quello leisure ma anche quello congressuale e d’affari, ha contribuito il rilancio del piccolo aeroporto della città, grazie ai voli Finnair: la compagnia aerea finlandese è l’unica a offrire collegamenti diretti con Tartu via Helsinki, avvicinando di fatto la città a tutta l’Europa e non solo.
Collegamenti preziosi per l’anno della Capitale europea della cultura, che ha segnato una svolta, richiamando turisti da tutta l’Estonia e dall’estero e permettendo alla città di tornare ai livelli di arrivi pre-Covid, con l’obiettivo ambizioso di raggiungere un milione di visitatori in totale nell’arco dell’anno, di cui il 10% stranieri. A confermare gli ottimi risultati raggiunti sul fronte turistico è Merje Laimets, business tourism and Mice manager di Visit Tartu: “E’ stato un anno speciale, che ha aiutato molto il turismo, ha fatto la differenza, con un’offerta di eventi senza precedenti. La sfida ora è di continuare a mantenere progetti e attività anche se in altre forme”.
“Nel 2024, in città, in particolare a luglio, picco della stagione, c’è stato – riferisce – un +56% di visitatori stranieri. Tra i mercati, l’aumento maggiore ha riguardato la Germania, con una presenza raddoppiata rispetto allo scorso anno. In crescita anche gli arrivi da Finlandia e Lettonia, che rappresentano i primi mercati di riferimento, ma anche da Lituania e Uk, rispettivamente al quarto e quinto posto dopo la Germania, che occupa il terzo. Per quanto riguarda la Russia, prima della guerra in Ucraina era un mercato importante, soprattutto per chi proveniva da San Pietroburgo. Poi c’è stato lo stop agli arrivi dalla Russia da parte del governo estone”. Anche dall’Italia si segnala un aumento di visitatori: “Soprattutto in agosto, calcolando – fa notare – solo quelli che si sono rivolti al nostro Ufficio del turismo. In collaborazione con Visit Estonia stiamo lavorando per la promozione di Tartu nel mercato italiano, del resto la nostra città è gemellata con Siena”.
“Ma con Tartu2024 – aggiunge – sono aumentati anche i turisti estoni. In particolare, sta aumentando il turismo gastronomico, anche perché abbiamo due ristoranti segnalati Michelin”. In città, infatti, non mancano gli indirizzi gourmet e c’è una grande attenzione verso i prodotti a km zero, come si può vedere nei due grandi mercati del centro, uno open air nella bella stagione e un altro coperto, all’interno in un edificio storico, dove è aperto tutto l’anno anche di domenica. Sarà anche per questo che all’interno del programma di Tartu2024 non sono mancati gli eventi gastronomici, come, solo per citare i più recenti di settembre, la mostra dei funghi di ogni specie (commestibili e non) e la celebrazione del raccolto delle mele, con una giornata dedicata alle famiglie e tanto di ‘detective’ in grado di identificare ogni qualità di questo frutto che qui tutti hanno nel proprio giardino.
In questo scorcio di 2024 sono ancora molti gli eventi da non perdere nel cartellone di Tartu2024 (che ha visto presenti anche artisti italiani). A novembre protagonista sarà l’artista e compositore giapponese Ryoji Ikeda, conosciuto per la sua musica elettronica, con la prima di una sua nuova opera, creata in collaborazione con la Filarmonica estone e destinata per la prima volta alla voce umana, e con una installazione creata con il supporto di Tartu2024 che sarà esposta al Museo nazionale estone. Una location speciale in questo che è il più grande museo dell’Estonia, completamente rinnovato e riaperto alle porte della città in un’avveniristica costruzione di seimila metri quadrati che sorge dove un tempo c’era l’aeroporto militare: uno dei ‘must-see’ di Tartu, che racconta la storia dei popoli che hanno vissuto in Estonia a partire da undicimila anni fa, fra reperti e documenti storici, curiosità e illustrazioni interattive.
Nella regione parte di Tartu2024, si segnala il 12 e 13 ottobre il Festival delle luci al Castello di Alatskivi, una delle più importanti dimore del paese che furono abitate dagli ‘aristocratici’ baltico-tedeschi, sulle rive del Lago Peipus, al largo del quale corre il confine con la Russia, e che accompagna lungo la cosiddetta ‘Onion Route’, la strada turistica costruita attorno a una delle produzioni tipiche della zona, la cipolla, che porta alla scoperta di villaggi dove fianco a fianco con i contadini estoni hanno vissuto anche i ‘Russian Old Believers’, minoranza religiosa ortodossa rifugiatasi in questa zona.
Ancora spazio ai giovani con l’International Theatre Festival for Young Audiences Naks, dal 5 al 9 novembre, che mette in scena spettacoli teatrali di diversi generi per bambini e ragazzi, e con ‘The Year of Contemporary Art by Youth’, per tutto il mese di novembre alla Jakobi Gallery, con i lavori creati dalle nuove generazioni di artisti per illustrare l’unicità della regione del Sud Estonia. A chiudere l’anno, con la cerimonia conclusiva, il 30 novembre, ‘The Unstruck Sound’, un viaggio scientifico per scoprire come sarà la città nel 2074, svelando prospettive inaspettate verso il futuro. Sicuramente più forti grazie all”Art of surival’.
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